CROTONE «L’accoglienza diffusa crea una presenza tangibile dei migranti e gli abitanti dei quartieri lo vivono come un problema, hanno la percezione di essere invasi: una situazione che può provocare risentimenti e rabbia». sono parole shock quelle con cui Leonardo Sacco coordinatore del Cara di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, ha commentato i raid di cittadini e militanti di Casa Pound contro la creazione di punti di accoglienza. Per Sacco, «l’accoglienza diffusa sul territorio può diventare ingestibile. Mentre nei centri come i Cara, come questo di Crotone, nonostante la concentrazione di etnie e culture diverse la situazione è più gestibile anche per la presenza di presidi ad hoc». Attualmente – spiega il coordinatore del centro di Sant’Anna «qui ci sono 1.150 persone, e non sono previsti nuovi arrivi, un numero al di sotto dell’effettiva capienza del centro ed è un numero di ospiti gestibile». La settimana scorsa la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti, al termine della visita al Cara di Crotone ha fatto sapere che «la situazione è migliorata» sia dal punto di vista infrastrutturale, con l’eliminazione dei container che ospitano gli extracomunitari, sia per quanto riguarda la trasparenza sull’erogazione dei cosiddetti “pocket money”, con l’introduzione delle ricevute rilasciate dall’ente gestore., ma – ha dichiarato il presidente Gennaro Migliore «come commissione manteniamo una valutazione complessivamente non favorevole ai grandi insediamenti tipo il Cara di Crotone o il Cara di Mineo o i grandi Cara come quelli di Bari o di Gradisca». Più volte il centro è stato oggetto di ispezioni e denunce da parte di associazioni umanitarie, come pure di segnalazioni da parte del movimento 5 stelle. Nell’ottobre scorso, l’europarlamentare pentastellata Laura Ferrara, in seguito a un’ispezione nei container del Campo B e dell’Area Switch aveva denunciato «una grave ed inaccettabile violazione dei diritti fondamentali, una mortificazione della dignità umana che non si può sottacere e rispetto alla quale l’Autorità Giudiziaria deve tempestivamente intervenire». Allo stesso modo, l’europarlamentare aveva denunciato irregolarità nella gestione dei pocket money, la piccola somma che gli ospiti dovrebbero ricevere per le proprie necessità, ma all’epoca – ha denunciato Ferrara – veniva consegnata sotto forma di credito virtuale di 5 euro ogni due giorni, spendibili solo nel centro per l’acquisto di beni forniti dallo stesso ente gestore (marche da bollo, sigarette, snack) che ne stabilisce anche i prezzi. Una situazione «ai limiti della legalità» per l’europarlamentare grillina, che ne ha fatto una delle proprie principali battaglie. A gestire il centro è la Misericordia Srl, impresa sociale dal volume d’affari di oltre un milione e ottocentomila euro (nel 2013), partecipata al 10% dalla parrocchia di Santa Maria Assunta (o ad Nives) di Isola Capo Rizzuto e al 90% dalla “Fraternità di Misericordia”. Negli ultimi anni, la società ha allargato negli ultimi anni le sue attività e ampliato il numero di sedi, tanto da arrivare a gestire una quota del 2,67% della Sant’Anna Spa, la società dell’aeroporto di Crotone e il 50% della polisportiva di Isola Capo Rizzuto. In più, la Misericordia possiede una struttura alberghiera collegata al santuario della Madonna Greca e un centro convegni, nonché imprese di pulizia e scuole parificate dall’asilo alle superiori, ma gestisce anche corsi di formazione e aggiornamento professionale non riconosciuti, la “nebulizzazione antincendio” nei porti, il noleggio di attrezzature e di biciclette, la pulizia di aree pubbliche e la rimozione di neve e ghiaccio.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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