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Da lunedì la mobilitazione dei 5mila lsu-lpu

LAMEZIA TERME «Che vergogna, non è venuto nessun deputato». E’ il commento di un lavoratrice, al telefono con un familiare, al termine dell’assemblea al Grand Hotel Lamezia che i dipendenti comunali…

Pubblicato il: 24/07/2015 – 15:15
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Da lunedì la mobilitazione dei 5mila lsu-lpu

LAMEZIA TERME «Che vergogna, non è venuto nessun deputato». E’ il commento di un lavoratrice, al telefono con un familiare, al termine dell’assemblea al Grand Hotel Lamezia che i dipendenti comunali Lsu-Lpu hanno tenuto – radunati dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil – per affrontare il problema della bocciatura dell’emendamento, in commissione Bilancio del Senato, per la parificazione giuridica dei fondi regionali e ministeriali destinati ai cosiddetti lavoratori socialmente utili o di pubblica utilità. Presente, in rappresentanza del governo regionale c’è il neo-assessore al Lavoro e Welfare, Federica Roccisano.
«Noi non chiediamo nessuna elemosina – afferma l’assessore –, qui non si tratta di politiche passive ma attive. Si tratta di lavoratori che rendono un servizio ai cittadini, impiegati nell’accompagnare i bambini a scuola, nel pulire le strade, aiutare i disabili, raccogliere i rifiuti. Mi auspico, da tesserata del Pd, di non dovermi vergognare dell’operato del governo».
La sala conferenze è gremita. Da tutti i comuni della Calabria sono arrivati i lavoratori che attendono la stabilizzazione e il riconoscimento della parificazione delle risorse regionali con quelle ministeriali, risorse necessarie per consentire ai comuni di retribuire i dipendenti. Da lunedì, è stato annunciato, partirà la mobilitazione davanti a tutti i Comuni presso i quali sono impiegati gli oltre 5.000 Lsu-Lpu. Proclamato lo stato di agitazione, da martedì sono previsti presìdi davanti agli enti e alle Prefetture qualora dal governo non dovessero arrivare risposte positive. Non solo, se lo stallo dovesse continuare sono previsti blocchi e disordini che riportino l’attenzione del governo sulla rabbia dei precari. La minaccia è quella di bloccare stazioni, aeroporto e autostrada.
La rabbia è diretta prevalentemente contro il governo ma qualche stoccata spetta che ai sindacati. «Siamo adirati anche con i sindacati – dice il sindaco di Falconara Albanese –, durante la contrattazione siamo rimasti soli». Dai sindaci che sostengo i lavoratori ai sindaci che non vogliono rinnovare i contratti. E’ il caso di Locri. Una dipendente Lpu del Comune afferma che dal 31 dicembre, 14 persone rischiano di restare a casa perché l’amministrazione non vuole rinnovare il contratto. A Rossano di Lsu impiegati al Comune ce ne sono 150. «Vogliamo vedere i nostri deputati fare quadrato intorno ai lavoratori», dice l’assessore al Lavoro della città ionica.
Sfilano, durante l’assemblea, i precari dei comuni calabresi, proclamano la propria esasperazione, la sfiducia nei confronti della classe politica ma anche dei sindacati. E, su tutti, domina un interrogativo: «Perché il governo sta impedendo, nonostante i fondi siano disponibili, a 5000 lavoratori di avere un contratto?»

 

Alessia Truzzolillo

a.truzzolillo@corrierecal.it

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