CATANZARO È tornato a Catanzaro con entusiasmo e curiosità, Vittorio Sgarbi. Proprio lui che anni fa aveva definito una delle piazze del capoluogo «la piazza più brutta d’Italia», nella serata di lunedì ha voluto invece conoscere le bellezze artistiche della città dei Tre Colli, in un tour tra cimitero, chiese e musei, passando da un’accurata visita alla scultura di Sant’Ignazio custodita in una cappella del cimitero comunale, alla scoperta delle opere del giovane artista catanzarese Luca Viapiana che con il suo “Il mazzo”, quaranta opere murali che ripercorrono vizi, virtù e personaggi catanzarese come in una grande mazzo di carte del “Mercante in fiera”, fino alla scoperta dei tesori nascosti nelle chiese del Rosario e del Carmine, con le loro sculture cinquecentesche sconosciute alla maggior parte dei catanzaresi.
A Catanzaro, Sgarbi è tornato anche per presentare, in una gremita sala del Museo delle Arti di Catanzaro, la sua ultima fatica letteraria con cui si completa la trilogia “Il tesoro d’Italia”, “Dal cielo alla terra” che ripercorre i capolavori – noti e meno noti – dell’arte italiana dall’undicesimo al diciassettesimo secolo.
Il legame del critico d’arte con Catanzaro, da qualche anno questa parte, è rappresentato da Stefano Morelli, che collabora con lui e che per la città ha firmato la direzione artistica di mostre come “Concentrica” e l’esposizione permanente “Local Popular Museum”, nel quartiere San Leonardo.
Nelle immagini qui di seguito, un riassunto del tour di Vittorio Sgarbi e una sua breve intervista in cui il critico parla del ruolo di Mimmo Rotella nel panorama artistico italiano.
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Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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