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La trasferta a Boston per la «papessa» e il corvo

Particolari inediti e, per certi versi, inquietanti emergerebbero nella vicenda Vatileaks. È quanto ricostruisce Ignazio Ingrao nel numero in edicola di Panorama. Si riaccendono così i riflettori s…

Pubblicato il: 28/01/2016 – 11:50
La trasferta a Boston per la «papessa» e il corvo

Particolari inediti e, per certi versi, inquietanti emergerebbero nella vicenda Vatileaks. È quanto ricostruisce Ignazio Ingrao nel numero in edicola di Panorama. Si riaccendono così i riflettori sul presunto corvo, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, sulla «papessa» la calabrese Francesca Chaouqui, sui giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emanuele Fittipaldi e sul collaboratore del sacerdote Nicola Di Maio. Secondo quanto svelato da Panorama, Balda e Chaouqui dal 10 al 14 dicembre del 2014 sarebbero volati a Boston e avrebbero alloggiato nel lussuoso hotel Four Seasons. Un viaggio che sarebbe avvenuto due settimane prima della famosa notte d’amore che monsignor e la cosentina avrebbero trascorso assieme. Ma lo scopo della trasferta a Boston non sarebbe stata una fuga d’amore.
Anzi, i due componenti della Commissione sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa sede avrebbero dovuto incontrare dei referenti negli Stati Uniti. Sarebbe stato lo stesso Vallejo a parlare di questo viaggio alla gendarmeria vaticana e lo accenna anche nel memoriale depositato. Pure Francesca Chaouqui lo conferma ma precisa che si è trattato esclusivamente di un viaggio di lavoro: alcuni imprenditori tedeschi, svizzeri e serbi avrebbero fatto degli investimenti in importanti brevetti sviluppati negli Usa e il viaggio sarebbe servito a verificare lo stato di avanzamento di questo progetto. E la presenza di monsignor Vallejo – è la versione della «papessa» – era servita per distrarre il prelato che in quel periodo molto depresso per non avere avuto delle promozioni. Ma il presunto corvo avrebbe fornito un’altra versione: arrivati a Boston lui e la giovane cosentina sarebbero stati portati direttamente in hotel e la reale identità degli interlocutori americani sarebbe rimasta ignota fino alla fine del viaggio. Inoltre, Francesca Chaouqui avrebbe avuto a disposizione una valigia con doppio fondo per trasportare documenti o valute. Depistaggi o rivelazioni concrete? Elementi su cui il Vaticano sta cercando di fare chiarezza.

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