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Nicolò si difende: «Tutte fandonie, infangata la mia onorabilità»

di Alessandro Nicolò* In relazione all’articolo pubblicato in data odierna sulla vostra testata a firma di Alessia Candito, esprimo il mio personale sconcerto in ordine alle indicazioni e allusi…

Pubblicato il: 16/02/2016 – 15:50
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Nicolò si difende: «Tutte fandonie, infangata la mia onorabilità»

di Alessandro Nicolò*

In relazione all’articolo pubblicato in data odierna sulla vostra testata a firma di Alessia Candito, esprimo il mio personale sconcerto in ordine alle indicazioni e allusioni fatte sulla mia persona dalle dichiarazioni che avrebbe reso tale Enrico De Rosa, collaboratore di giustizia, al pubblico ministero di Reggio Calabria.
Non mi è noto il dato se queste dichiarazioni siano state depositate nell’ambito di qualche processo penale in corso, e devo dire che mi è anche indifferente, in quanto la proiezione esterna delle circostante propalate, non avrebbe certamente conferito credibilità a tutte le stolte e volgari insinuazioni che sono state fatte sulla mia persona.
Comunque traccio queste brevi precisazioni soltanto per non lasciare senza risposta il contenuto del pezzo di stampa e mi costa fatica superare il disgusto di dovermi difendere (sic!) dalle accuse infondate e di personale disordine che su di me vengono disinvoltamente affermate e divulgate.
Non c’è tracciato nella mia vita di relazioni personali con tale Sonsogno; che costui progettasse di ricattarmi, unitamente ad altri, perché facevo “uso di cocaina” mi sembra soltanto una paradossale fandonia, che si svuota di plausibilità nel suo disegno e anche nella sua infondata oggettività, in quanto non solo non ho mai fumato (neppure una sigaretta) né, tanto meno, ho mai assunto sostanze stupefacenti nella mia vita, per le quali provo profondo disgusto, in antitesi con la mia formazione culturale.
Altrettanto falso è che io abbia concesso a Frascati o a chiunque altro la possibilità di fare pubblicità alla Regione, per l’elementare ragione che non era nelle mie competenze istituzionali e anche se lo fosse stato, non l’avrei certamente fatto, se non nel rispetto scrupoloso della legge, e non ho neanche la più pallida idea se altri, come si afferma, l’abbia fatto.
Ho però il sicuro ricordo che, in ambito privatistico, allorquando fu necessario fare pubblicità alla mia candidatura al consiglio regionale nella tornata elettorale del 2014, il mio staff si è rivolto – secondo indirizzi da me impartiti – a più imprese, scrutinando le offerte. All’uopo è stata valutata l’offerta migliore nel rispetto dei criteri qualità/prezzo. Tra le aziende sondate a preventivo, rispetto al servizio di propaganda richiesto, vi fu pure Progetto 5 (di riferimento a Frascati), che, tra le altre, non è stata considerata. 
Quanto al signor De Rosa Enrico ho soltanto l’incerto ricordo di averlo conosciuto, ma questo almeno sette-otto anni fa, con l’ingegner Ferlito con il quale avevo in corso una trattativa di compravendita immobiliare, alla quale era interessato pure Francesco Berna, quale titolare di un’impresa di costruzioni, che però non andò neanche a buon fine.
Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto con costui e che la sua persona mi sia stata “sponsorizzata” da Demetrio Berna o da chiunque altro, in vista di concessioni o benefici di sorta, non è solo un’altra madornale menzogna o, più probabilmente, meglio una gratuita millanteria. Quello che mi disturba come persona e mi sconcerta come cittadino e rappresentante delle istituzioni è il fatto che tali falsità vanno a incidere profondamente nella mia onorabilità di uomo prima, e di politico dopo, e rispetto alle quali non posso fare altro che protestare la mia illibata specchiatezza morale e il mio coerente percorso umano e professionale, immune da sempre da pecche e censure di qualsivoglia tipo, e nel contempo prendere atto con tristezza che oggi chiunque può restare esposto all’oltraggio, al vituperio e alla calunnia in misura tanto accentuata da rendere il pregiudizio alla persona forse irrimediabile, senza possibilità di contestare la propria dirittura umana ed etica se non nella sede naturale dell’aula di giustizia, avanti alla quale trascinerò senza esitazione, chi ha reso possibile che si infangasse il mio nome.

*Consigliere regionale

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