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Intimidazione a Granata, chiuse le indagini

COSENZA La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini nei confronti di Francesco Pezzulli, accusato di tentata estorsione ai danni di Maximiliano Granata, il presidente della Valle Crati, il consorzi…

Pubblicato il: 19/02/2016 – 19:08
Intimidazione a Granata, chiuse le indagini

COSENZA La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini nei confronti di Francesco Pezzulli, accusato di tentata estorsione ai danni di Maximiliano Granata, il presidente della Valle Crati, il consorzio che si occupa di smaltimento dei rifiuti liquidi e solidi urbani. All’avvocato Granata, il 5 maggio di un anno fa, è stata incendiata l’automobile, un’Audi A6, che era parcheggiata sotto la sua abitazione in via Coletta, nella città dei Bruzi. Dopo un’intensa attività di indagine, condotta dal sostituto procuratore Donatella Donato e coordinata dall’aggiunto Marisa Manzini, il lavoro degli inquirenti si è concentrato sul ruolo di Granata di presidente del Consorzio e sul rapporto con alcune cooperative.
Secondo l’impianto accusatorio, Pezzulli – ex dipendente della cooperativa che lavorava alla vigilanza dell’impianto di Coda di Volpe – non avrebbe accettato di non essere stato riassunto da Granata perché, a un certo punto, il Consorzio non rinnovò i contratti ad alcune cooperative tra le quali anche quella in cui lavorava Pezzulli. Ma quest’ultimo avrebbe preteso da Granata di essere riassunto e a un suo diniego avrebbe cominciato a telefonarlo e assillarlo. Una serie di richieste che – per l’accusa – sarebbero poi culminate nel gesto di incendiare l’automobile del presidente. A riprova di ciò ci sarebbero diverse intercettazioni telefoniche e gli elementi forniti da un testimone che avrebbe visto quella notte una persona scendere da una automobile rossa con un contenitore di benzina e appiccare fuoco all’Audi di Granata. Gli inquirenti sono riusciti poi a risalire al proprietario di quell’auto e a identificare quella persona in Pezzulli. La Procura di Cosenza aveva chiesto la misura cautelare per Pezzulli – difeso dall’avvocato Ugo Ledonne – ma il gip Salvatore Carpino la rigettò non ravvisando «gravi elementi indiziari».
Il pubblico ministero Donato ha presentato appello al Riesame che ha rigettato la misura perché non c’erano i presupposti della pericolosità e reiterazione del reato ma ha riconosciuto «i gravi elementi indiziari». La Procura, nei giorni scorsi, ha depositato l’avviso di conclusione indagini che è stato notificato, venerdì pomeriggio, all’indagato.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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