REGGIO CALABRIA Desta preoccupazione il silenzio della giunta comunale sulla vicenda che legherebbe l’assessore alla Smart City, Agata Quattrone, alla Uirnet Spa. Lo hanno ribadito, nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede di Azione Nazionale in Via Miraglia, Franco Germanò, Mariangela Cuzzola e Oreste Romeo. A quest’ultimo il compito di ribadire i passaggi giuridici della polemica che ha investito palazzo San Giorgio. Il 30 dicembre scorso, con delibera 212/2015 il comune di Reggio ha conferito ad una società romana (la Uirnet, appunto) 190 mila euro, per realizzare uno studio di fattibilità del progetto Metropolitan Mobility Sistem su proposta dell’assessore Quattrone. Secondo il centrodestra, tra i soci della Uirnet ci sarebbe Vitrociset, azienda per cui lavorerebbe l’esponente di maggioranza. La delibera inquadra il rapporto all’interno di uno schema di accordo di partenariato, ma secondo Romeo nel documento «Si fa preciso riferimento all’art. 90 co. 6 del codice degli appalti pubblici che indica i soggetti destinatari dell’affidamento di incarichi professionali». Una contraddizione secondo il legale, poiché «la norma richiamata è assolutamente incompatibile con il partenariato». In altri termini la delibera coprirebbe un vero e proprio affidamento diretto. «L’accordo di partenariato – ha concluso Romeo – prevede una contribuzione economico-finanziaria e di servizi da parte del privato, qui inesistente».
LE RISORSE Dati alla mano, dubbi si sviluppano attorno ai 124 milioni di euro dei fondi Cipe per la mobilità sostenibile. «Non è possibile – spiega Franco Germanò – che nella delibera della giunta si faccia riferimento a queste risorse, se Falcomatà, Quattrone e Castorina affermano che sono andate perse per responsabilità delle giunte di centrodestra. Se è vero, dichiarano il falso». Da una lettura dei quadri economici, ha proseguito Germanò, risulterebbe che i 190mila euro per Uirnet sarebbero stati sottratti ai lavori per il parcheggio del Cedir. L’ex assessore si è dichiarato preoccupato per i piani, che definisce “nebulosi”, dell’amministrazione comunale, con riferimento alle risorse del Por Calabria e del Pon Metro e ai progetti dell’agenda digitale. «Nelle delibere si parla di obiettivi della Città metropolitana, ma bisogna essere cauti. Il Comune non ha competenza, è un altro ente. La Regione, loro amica, non ha ancora deliberato al riguardo».
QUESTIONE MORALE Il 20 novembre del 2014 Falcomatà annunciava l’adesione del Comune di Reggio alla “Carta di avviso pubblico”, come «un atto sentito». Il cosiddetto “Codice etico per la buona politica” considera, tra le altre cose, situazione di conflitto di interessi: «La sussistenza di preesistenti rapporti di affari o di lavoro con persone od organizzazioni (…) interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano (…) incompatibilità previste dalla legge (…)». È qui, sempre secondo Germanò, il nodo gordiano che il sindaco è chiamato a recidere. Il Codice, infatti, impegna a «rendere pubblica tale condizione e astenersi da qualsiasi deliberazione, votazione o altro atto nel procedimento di formazione della decisione». Secondo Romeo, dunque, Falcomatà avrebbe tradito la città due volte: «La prima, declamando slogan di renziana memoria; la seconda, non esprimendosi sulla questione. Silenzio che – ha aggiunto – si traduce in connivenza».
RESPONSABILITA’ Franco Germanò è passato nuovamente all’attacco. «Ci assumeremo le responsabilità di quanto fatto e faremo, ma per ora registriamo solo silenzio» ha tuonato, legittimato da quell’articolo 22 del Codice che prevede che i gruppi politici in consiglio chiedano agli amministratori il rispetto delle disposizioni violate, qualora questi non dispongano sanzioni. «Dovremo alzare il tono anche in altre sedi» ha aggiunto, evocando indirettamente la decisione di denunciare tutta la vicenda all’Anac, così come sostenuto detto in passato e scritto sul manifesto appeso al tavolo dei relatori. Tuttavia, per l’ex assessore è incredibile pensare che Agata Quattrone possa aver fatto tutto da sola. Si tratta della questione TtS, associazione per la telematica i trasporti e la sicurezza, che avrebbe lo scopo di fare incontrare offerta e domanda». L’assessore alla Smart City, secondo Germanò, sarebbe stata tutor TtS e con una delibera da lei proposta anche il Comune avrebbe aderito all’associazione. Vi farebbe parte anche Pluservice la società che gestisce Mycicero il servizio per i parcheggi a pagamento in uso a Reggio. A chiudere il quadro, la circostanza per cui Uirnet Spa è tra i soci sostenitori di TtS.
CONFRONTO DEMOCRATICO Il messaggio dei relatori è chiaro: uscire dal silenzio. Al sindaco Falcomatà, Franco Germanò consiglia di consultare le persone più vicine. «Dal punto di vista informatico la città sarebbe ferma dal 2003. Forse questi dati li ha suggeriti chi se n’è occupato fino al 2001». Romeo, che fa appello alla memoria dei giornalisti, cita nuovamente il Codice etico per lamentare l’assenza di fiducia e di collaborazione tra amministrazione e cittadini. «Un confronto democratico – ha aggiunto – carente del dovuto rispetto», con ciò riferendosi alle dichiarazioni di Quattrone e Castorina che sui social hanno liquidato come barzellette le descritte questioni, la prima, e definendo ridicoli coloro che le hanno sollevate, il secondo. Cuzzola, infine, ha fatto appello al buon esempio che sindaco e giunta dovrebbero dare alla città «è inaccettabile – ha detto – che i cittadini non conoscano il pensiero dell’amministrazione».
Roberto Priolo
redazione@corrierecal.it
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