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La povertà femminile di cui non si parla

Esiste una povertà al femminile di cui si parla poco, anche l’8 marzo giornata internazionale della donna, ed è quella delle cosi dette madri sole. Riguarda secondo gli ultimi dati Istat solo in Cala…

Pubblicato il: 07/03/2016 – 15:09
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Esiste una povertà al femminile di cui si parla poco, anche l’8 marzo giornata internazionale della donna, ed è quella delle cosi dette madri sole. Riguarda secondo gli ultimi dati Istat solo in Calabria circa 30.00 donne con figli minori  e che non hanno un compagno accanto. Un pianeta quello della donna in difficoltà sconosciuto alla politica ,che si rivolge ai servizi sociali per chiedere  una casa,un  lavoro, un sostegno, non ricevendo quasi sempre  risposte. Vittime di violenza e accolte in centri ma con il problema del dopo. Che si chiedono dove andrò ad abitare? Che lavoro potrò fare? Tra queste le ragazze madri, vedove, separate, oppure divorziate o nubili tutte con uno o più figli minori ed in condizioni di disagio  economico e relazionale. Volti che raccontano storie di una di una povertà ancora nascosta, invisibile. Dalla straniera con una ha una bambina autistica e con altri due figli minori, da chi vive con tre figli in un alloggio-parcheggio senza acqua e luce, da chi ha vissuto nel lavoro mobbing, ricatti, sfruttamento, molestie sessuali e discriminazioni di chi vede nella donna sola una facile preda,donne che hanno detto no all’aborto accettando coraggiosamente una maternità difficile.                                                                                                                                          Un mondo di fatto invisibile,  composto da donne di tutte le età con uno o più figli minori, che chiedono ascolto, attenzione, rispetto e un supporto alla rimozione delle cause del loro  disagio psico-sociale che si ripercuote pesantemente sulla vita e sul benessere dei minori.
In Italia solo la Regione Veneto si è dotata di una legge regionale in grado di recepire e prevedere servizi e opportunità d’integrazione lavorativa e sociale per questa categoria particolarmente fragile. Al consiglio regionale della Calabria, giace una proposta di legge già approvata all’unanimità dalla terza commissione politiche sociali il mese di giugno 2015, ora all’esame della commissione bilancio per la necessaria copertura finanziaria. Approvare questa legge darebbe alla regione la possibilità di dotarsi di una normativa in grado  di dare una risposta organica a questa povertà al femminile  superando la logica assistenzialistica,attraverso interventi tesi a garantire una situazione di maggior tranquillità socio-economica a queste donne coraggiose che hanno detto sì alla vita ed  ai loro figli evitando così anche  possibili allontanamenti giudiziari dal loro nucleo familiare d’origine. Una legge che sarebbe auspicabile avesse una adeguata dotazione finanziaria,attingendo anche ai fondi comunitari del programma 2014-2020. Approvare una legge che vada incontro a quella parte dell’universo femminile che vive una condizione di forte disagio sociale sarebbe un bel segnale per la Regione Calabria. 

*Presidente Centro Comunitario Agape

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