Ospedali, mistero sul decreto double-face
CATANZARO Un decreto double-face: se a Roma è così, a Catanzaro diventa cosà. Di che parliamo? Della nuova rete ospedaliera disegnata dai commissari alla Sanità Scura e Urbani che tante polemiche ha…

CATANZARO Un decreto double-face: se a Roma è così, a Catanzaro diventa cosà. Di che parliamo? Della nuova rete ospedaliera disegnata dai commissari alla Sanità Scura e Urbani che tante polemiche ha scatenato, soprattutto dalle parti della Regione, con il governatore Oliverio che ha accusato i delegati del governo di aver partorito un piano senza il necessario confronto istituzionale. Ma ora spunta un altro particolare: Scura e Urbani avrebbero tentato di modificare “aumma aumma” il provvedimento, senza cioè emanare un nuovo decreto come previsto dalla legge. Un passaggio probabilmente irregolare, che ha spinto la deputata del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci a presentare un’interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministeri e un esposto penale alle Procure di Roma e Catanzaro. Secondo la parlamentare, l’atto che rimodula l’offerta sanitaria regionale sarebbe stato «corretto in extremis», senza alcun riscontro delle modificazioni sul sito della Regione Calabria». Un fatto «di estrema gravità, anche tenendo conto di continue omissioni, contraddizioni e sconfinamenti della struttura commissariale».
LA PROVA A supportare questa ipotesi c’è una comunicazione ufficiale del capo del dipartimento Salute della Regione, Riccardo Fatarella. Che risponde «alla richiesta di sostituzione degli allegati» avanzata da Scura e Urbani spiegando che «occorre comunque che la struttura commissariale proceda formalmente all’adozione» di un nuovo decreto che rettifichi il primo, con la relativa «sostituzione dei relativi allegati originariamente pubblicati con quelli corretti».
Fatarella, in pratica, richiama i commissari al rispetto delle procedure: non è possibile trasformare “sottobanco” un atto ufficiale, dal momento che ogni modifica deve necessariamente passare attraverso una nuova deliberazione. Anche perché, ricorda Fatarella, il decreto – «ancorché non ancora pubblicato sul Burc» – è stato pubblicato lo stesso giorno, il 3 marzo, «sul sito internet istituzionale del dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria». Pubblicazione che, rammenta ancora il dg, ha pieno valore di «pubblicità legale». Si tratta, insomma, di un provvedimento già «diffuso al pubblico che ben ha potuto estrarne copia, ritenendo la stessa atto pubblico pienamente valido ed efficace». Ne deriva che né Scura, né Urbani, possano stravolgerlo d’emblée, in assenza di un nuovo decreto.
LE MODIFICHE Il guaio è che la seconda copia del provvedimento, quello emendato, sarebbe già stata inviata a Roma, e precisamente al Siveas, il Sistema di verifica e controllo del ministero della Salute. Quindi, allo stato, esistono due reti ospedaliere calabresi. Simili, ma comunque diverse.
Le modifiche apportate, infatti – stando a fonti del dipartimento regionale –, sarebbero tutt’altro che irrilevanti. Il nuovo decreto consterebbe di 4 pagine in più rispetto all’originale. Sarebbero state anche ritoccate la quote relative a posti letto e primariati e, infine, figurerebbe un allegato aggiuntivo sulle postazioni di emergenza territoriale.
INSINUAZIONI Se questa ricostruzione dovesse essere confermata, il sistema sanitario si ritroverebbe con un piano già diffuso urbi et orbi ma poi modificato in corso d’opera. Le insinuazioni, tra gli addetti ai lavori, si sprecano. Possibile che i commissari abbiano “allargato” la rete per andare incontro alle esigenze di qualcuno che si sentiva danneggiato dal primo piano? Dubbi che, a parere di Nesci, autorizzano a pensare «a una gestione personalistica e privatistica della sanità da parte dei commissari del governo, la quale, ove sganciata dalla verifica puntuale sui bisogni e da ogni valutazione tecnico-organizzativa, si ridurrebbe a un fatto di rapporti diretti con sindaci e altri rappresentanti, col pericolo di informarsi a un clientelismo politico ammantato burocraticamente e istituzionalmente».
Così e cosà. E ora cresce l’attesa per la prossima sfuriata di Oliverio.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it