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«La sfida sull'A3 l'hanno vinta i lavoratori»

CASTROVILLARI «Quando si abbatte l’ultimo diaframma di una galleria è una giornata storica per i lavoratori». Lo afferma, in un documento, Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Pollin…

Pubblicato il: 12/03/2016 – 9:41
«La sfida sull'A3 l'hanno vinta i lavoratori»

CASTROVILLARI «Quando si abbatte l’ultimo diaframma di una galleria è una giornata storica per i lavoratori». Lo afferma, in un documento, Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Pollino-Sibaritide- Tirreno, in riferimento al completamento dei lavori nella galleria di Mormanno Nord, nel Cosentino, dell’autostrada A3, avvenuta sabato scorso alla presenza del presidente del Consiglio. «L’orgoglio di aver compiuto un’impresa – scrive il sindacalista – gli abbracci che si incontrano e abbattono quell’ultimo muro hanno sempre avuto un alto valore simbolico. A Mormanno, a tanti è sfuggito che il primo lavoratore uscito con la bandiera italiana da quel diaframma fosse un lavoratore rumeno, così come lo era Adrian Miholca che con Said Haireche nei cantieri A3 hanno perso la vita e per i quali aspettiamo fiduciosi il lavoro della magistratura. Quella bandiera italiana imbracciata con orgoglio – dice – testimonia e sancisce l’unità e la fratellanza che solo il lavoro, la fatica riescono a stabilire, rompendo ogni distanza, ogni barriera, ogni pregiudizio, rendendo tutti simili. Così come – sottolinea – è sfuggito ai più che i tempi di lavorazione nel cantiere Italsarc di Mormanno hanno consentito a Renzi di riscattarsi un po’ dopo la magra figura fatta con la stampa estera in tema di infrastrutture, tentando di presentare l’Italia come un Paese che sta cambiando».
«Nel turbinio di dichiarazioni ai giornalisti, agli oramai immancabili selfie di coloro venuti da ogni dove come fosse tutto un grande circo mediatico, il premier – secondo la Cgil – ha “dimenticato” di dire che in quel cantiere ci lavorano tanti lavoratori del Sud e della Calabria, che assieme al sindacato (attraverso la contrattazione ed i protocolli di sicurezza e legalità, l’organizzazione del lavoro che ha consentito 1500 posti di lavoro sui 700 previsti all’origine) quella sfida sul cambiamento, sui luoghi comuni del sud piagnone, sprecone, ovvero quella della “modernità” non solo l’hanno accettata, ma l’hanno anche vinta. E se Renzi da Mormanno ha potuto parlare al Paese, alla comunità internazionale, se ha potuto rassicurare che anche nel Mezzogiorno qualcosa sta cambiando – aggiunge – lo deve soprattutto ai lavoratori. L’impegno che hanno impresso le federazioni di categoria per modernizzare il sistema delle relazioni industriali, hanno creato le condizioni per cui una grande opera pubblica come l’A3 venisse vista come un investimento per il futuro e non solo un grande cantiere con 1500 posti di lavoro. La Calabria, i lavoratori hanno dato l’esempio che si attendeva dal Mezzogiorno».

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