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Veleni nell'Oliva, i testi della difesa: mai nulla di anomalo

COSENZA «Le analisi dell’acqua del fiume Oliva sono state sempre negative e non abbiamo mai notato nulla di anomalo». È la sintesi dei racconti di quanti tra agricoltori e dipendenti dell’azienda C…

Pubblicato il: 18/03/2016 – 12:29
Veleni nell'Oliva, i testi della difesa: mai nulla di anomalo

COSENZA «Le analisi dell’acqua del fiume Oliva sono state sempre negative e non abbiamo mai notato nulla di anomalo». È la sintesi dei racconti di quanti tra agricoltori e dipendenti dell’azienda Coccimiglio sono stati sentiti come testimoni – indicati dalla difesa degli imputati – nel processo sui veleni rinvenuti nella vallata del fiume Oliva, che si sta celebrando in Corte d’Assise a Cosenza. Sul banco degli imputati ci sono l’imprenditore di Amantea, Cesare Coccimiglio, e quattro proprietari dei terreni, dove – secondo l’impianto accusatorio – sarebbero stati interrati materiali contaminati. Si tratta di: Vincenzo Launi, Giuseppina Marinaro, Antonio Sicoli e Arcangelo Guzzo. E, secondo l’accusa, proprio a causa di quegli interramenti ci sarebbe stato il disastro ambientale della zona nonché si sarebbe verificato un nesso anche con la diffusione di tumori nell’area della Valle dell’Oliva, la morte di Giancarlo Fuoco, un pescatore amatoriale e le lesioni a un amico del pescatore. Questa mattina il presidente della Corte, Giovanni Garofalo, ha iniziato a sentire i testimoni della lista della difesa di Cesare Coccimiglio, rappresentata dall’avvocato Nicola Carratelli. Il primo a salire sul banco dei testimoni è stato Mario Spinelli, dipendente delle Ferrovie dello Stato in pensione che abita in via Oliva dal 1982.
Spinelli ha riferito alla Corte e ai pm Sonia Nuzzo e Maria Camodeca, che da sempre coltiva i suoi terreni e i prodotti ottenuti vengono utilizzati da tutta la sua famiglia. Incalzato dalle domande dell’avvocato Carratelli, Spinelli ha precisato che non ha mai notato «nulla di strano, né nella colorazione dell’acqua né odori sgradevoli». Secondo il testimone della difesa, «l’acqua è stata sempre pulita e periodicamente vengono fatte delle analisi commissionate dall’Asp di Paola: l’esito è stato sempre negativo».
Spinelli ha consegnato anche un referto di quelle analisi che è stato acquisito dalla Corte con il consenso delle parti. «Dai miei terreni – ha raccontato il testimone chiamato a difendere l’imprenditore amanteano – si vedono i camion della ditta Coccimiglio e non ho mai notato nulla di strano. Non ho mai visto né quei camion né altri gettare materiale in quel fiume. Concetto ribadito anche da Giovanni Pino, altro testimone nell’elenco dei difensori del titolare della ditta accusato di aver interrato materiale contaminato nella Valle dell’Oliva, che abita e lavora in quella zona. Una conferma arrivata, inoltre, dall’agricoltore Marcello Rizzo, anch’esso teste della difesa: «Coltivo soprattutto cipolle che poi vendo – ha sostenuto l’uomo –. I miei terreni vengono irrigati con l’acqua del fiume. Nessuno si è mai lamentato delle mie cipolle che hanno ottenuto il marchio Igp. Da quando ero piccolo bevo quell’acqua e non ho mai notato nulla di anomalo. Lo stabilimento di Coccimiglio dista circa duecento metri in linea d’aria dai miei terreni. Non ho mai visto scaricare materiale ne’ nessuno mi ha riferito nulla».
Si è proceduto poi con i dipendenti della ditta Coccimiglio, azienda finita al centro dell’inchiesta sull’inquinamento della Valle dell’Oliva. Maurizio Giglio, che risiede a Fagnano Castello, dall’ottobre del 2002 è geometra dell’azienda e si occupa di amministrazione. «La ditta – ha riferito il dipendente della società il cui titolare è il maggiore indagato del processo – lavora nella produzione di calcestruzzi e inerti. In passato eravamo 90 dipendenti, ora siamo 40. Ci sono altre aziende nel territorio che svolgono questa attività. Non vengono prodotti fanghi rispetto al materiale consentito. Noi non smaltiamo materiale di altri».
Stessa conferma ribadita da Luigi Curcio capo cantiere della Coccimiglio: «L’azienda – ha sostenuto – non si è mai occupata di trasporto di rifiuti prodotti da altri né di scarico di materiale. Viene un chimico a fare controlli». Anche Geniale Cuglietta, vigilantes dell’azienda Coccimiglio, ha precisato alla Corte di non aver mai visto nulla di anomalo. L’avvocato Carratelli ha rinunciato a sentire diversi suoi testimoni e per altri ha chiesto e ottenuto l’acquisizione dei verbali precedentemente resi. Il processo è stato aggiornato al prossimo 16 maggio.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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