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Chi ha vinto la gara sul Vinitaly?

CATANZARO In un servizio pubblicato il 14 marzo scorso ponevamo, e la ponevamo soprattutto al presidente della Regione Calabria, una domanda semplicissima: è possibile che i termini per presenta…

Pubblicato il: 30/03/2016 – 15:11
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Chi ha vinto la gara sul Vinitaly?

CATANZARO In un servizio pubblicato il 14 marzo scorso ponevamo, e la ponevamo soprattutto al presidente della Regione Calabria, una domanda semplicissima: è possibile che i termini per presentare un’offerta per un bando scadano il 16 marzo a mezzanotte e che le buste si aprano il giorno prima?
Qualche giorno dopo, intervenendo al congresso regionale di Confagricoltura, il presidente Mario Oliverio, prendeva atto che la gara a cui si faceva riferimento era il bando emanato, attraverso una procedura di cottimo fiduciario, dalla Regione Calabria, dipartimento Agricoltura, per trovare un’azienda che si occupi di “raccontare” Vinitaly ai calabresi. Cospicue le risorse messe a disposizione, 80mila euro, singolari le procedure: solo cinque aziende invitate a partecipare pescate tra quelle presenti nel Mepa, il Mercato elettronico della Pubblica amministrazione.
Oliverio si disse sorpreso e assicurò che avrebbe fatto chiarezza, anche perché gli venne anticipata la consegna in busta sigillata contenente i dati dell’azienda che avrebbe vinto la “gara”. Sorprendeva il governatore anche la tempistica del bando: il decreto a contrarre per la fornitura viene catalogato nel registro dei decreti dei dirigenti della Regione Calabria il 4 marzo. È in quella data che la Regione decide di indire la procedura di cottimo fiduciario «per l’individuazione di un operatore economico a cui affidare il servizio di comunicazione-animazione relativo alla partecipazione della collettiva regionale alla manifestazione Vinitaly 2016 tramite Mepa». In effetti, il bando si apre il 7 marzo e si chiude il 16 (o il 15, visto che è quello il giorno fissato per l’apertura delle buste). Tempi rapidissimi per concepire un piano di comunicazione di tutto rispetto: la realizzazione di un sito web, duemila brochure su vini e aziende calabresi, campagne pubblicitarie sui mass media regionali e nazionali, una conferenza stampa di presentazione in Calabria, uno speciale televisivo. E poi lo sbarco sui media nazionali, con un’uscita su un quotidiano, uno spot e un’intervista telefonica su un’emittente radiofonica nazionale. E ancora eventi di degustazione, nove convegni da affidare alla conduzione di «almeno un giornalista/opinion leader, blogger di fama nazionale» (con almeno 15 partecipanti nel pubblico) e l’evento “Rosso Calabria” (che «dovrà prevedere la partecipazione di circa 50 persone, compresi i 10 giornalisti, blogger e opinion leader»). Per chiudere gli impegni, anche l’attività di ufficio stampa. Un progettone comunicativo da confezionare nel giro di una settimana, se si vuole partecipare alla selezione.
E poi la genialata di ricorrere al filtro offerto da Mepa, strumento che nasce per garantire trasparenza e concorrenza ma che offre anche una certa riservatezza. Prendiamo il caso in esame: un appalto da 80mila euro del quale non troverete traccia né sul sito della Regione, né sul portale del dipartimento Agricoltura (che si occupa di gestire la pratica), né su quello di Unioncamere Calabria. Apparirà soltanto al termine della procedura, quando l’azienda sarà individuata e liquidata. Esattamente il contrario di quanto Mario Oliverio, ormai aduso a dire una cosa, impegnarsi su un’altra e farne un’altra ancora, promise solennemente ai vitivinicoltori calabresi. Era il 13 novembre scorso, il governatore, accompagnato dal consigliere regionale Mauro D’Acri e dallo staff del dipartimento Agricoltura (Carmelo Salvino, Giacomo Giovinazzo, Carmine Maio, Mario Caligiuri e Gennaro Convertini), incontrava presso la sala “Oro” della Cittadella regionale una folta rappresentanza di vitivinicoltori calabresi. Solennemente prometteva: «Già dal prossimo Vinitaly, la Calabria parteciperà alla fiera di riferimento con l’allestimento di uno spazio, impegnato per più anni, che dovrà rappresentare l’unità del comparto. Un vero e proprio passo in avanti per iniziare a marcare l’identità calabrese e combinare l’esperienza delle aziende più grandi con quelle di carattere generale». E rilanciava con una seconda solenne promessa: «La creazione del marchio Calabria sarà il primo punto di una strategia di comunicazione e di penetrazione sui mercati. A costruire i contenuti del racconto del paesaggio, dei territori, della storia che si muove attorno al mondo del vino calabrese sarà una task force che coinvolgerà il dipartimento regionale ed i produttori».
Che fine ha fatto la “task force”? Perché mai il bando per una così importante «strategia di comunicazione» verrà tirato fuori solo a sette giorni dalla scadenza e limitato a cinque aziende fin qui anonime? Non resta che attendere le risposte del presidente Oliverio e, nel frattempo, auspicare che almeno si renda pubblico il nome del progetto vincitore. Sicuramente sarà il migliore e sicuramente lo realizzeranno professionisti di provata esperienza e di grandi capacità. Nessuno ne dubita ma resta la curiosità di verificare se il nome dell’azienda vincente combacia con quello inserito nella busta sigillata.
Ovviamente dovesse essere così si tratterà di mera coincidenza, chi volete che dubiti della terzietà del presidente Oliverio e della sua task force garantita da Mauro D’Acri e ben composta dai vari Salvino, Giovinazzo, Maio, Caligiuri e Convertini. Non certo noi.

redazione@corrierecal.it

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