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Panettieri, così svanisce il sogno del lavoro sotto casa






PANETTIERI Doveva essere la soluzione allo spopolamento e alla disoccupazione di un piccolo paesino di montagna in provincia di Cosenza: la trasformazione di un vecchio edificio scolastico in un…

Pubblicato il: 29/04/2016 – 9:37
Panettieri, così svanisce il sogno del lavoro sotto casa






PANETTIERI Doveva essere la soluzione allo spopolamento e alla disoccupazione di un piccolo paesino di montagna in provincia di Cosenza: la trasformazione di un vecchio edificio scolastico in una residenza sanitaria assistenziale, accreditata con 15 posti letto. Ma l’esperimento della residenza “San Carlo Borromeo” di Panettieri – nella quale si trovano ricoverate persone anziane, dai 65 anni in su, con problemi di varia natura, dal Parkinson all’Alzheimer, malattie degenerative di altro genere o problemi psichiatrici – si sta trasformando nell’ennesimo allarme sociale che, presto o tardi, busserà alle porte della Regione. Più prima che poi, viste le lettere che sono state inviate all’attenzione dell’assessore regionale al Lavoro, Federica Roccisano, e all’ispettorato al lavoro, nelle quali si porta a conoscenza del fatto che ci sono dipendenti che non vengono pagati anche da 14 mesi. Un anno senza stipendio per infermieri, operatori socio assistenziali, e pagamenti arretrati anche per chi lavora con partita Iva, come i medici di modulo. «Abbiamo aspettato a lungo prima di procedere con le prime azioni legali – dice un ex dipendente – quello che ci teneva buoni era la speranza di continuare ad avere un lavoro nel nostro paese di residenza, senza doverci spostare affrontando chilometri di curve ogni giorno come fanno in molti. E anche loro ce lo dicevano: “avete il lavoro sotto casa”». “Loro”, sono i gestori della struttura, che è accreditata presso l’Asp di Cosenza con la Se.Gi. Srl il cui socio di maggioranza, con l’80% della proprietà, è l’imprenditore cosentino Andrea Guccione, il 20% appartiene a Eleonora D’Acri, mentre amministratore unico e rappresentante dell’impresa è Herman Altomare. La Se.Gi è l’impresa capogruppo di una associazione temporanea di imprese (Ati) della quale fanno parte anche la Eracle servizi srl (il cui amministratore unico è la signora Anna Teresa Greco, 73 anni, che divide la proprietà dell’azienda al 50% con Angelo D’Acri) e il consorzio cooperative sociali Sisifo.

SENZA BUSTE PAGA «Quello che è grave – dice l’avvocato Salvatore Gentile – è che non solo c’è il mancato pagamento delle mensilità ma non hanno consegnato le buste paga. E questo costringe coloro che intendono agire per vie legali a seguire il procedimento ordinario con aggravio di costi e tempi lunghissimi». In sostanza, non potendo esibire le buste paga come prova, i dipendenti non potranno effettuare ricorsi per decreto ingiuntivo. Non resta che agire per vie ordinarie dovendo avvalersi di testimoni, ctu (consulente tecnico d’ufficio) e quant’altro. «I soldi rischiamo di vederli tra una vita», dice un dipendente. A qualcuno pare che la busta paga sia stata consegnata per esigenze come finanziamenti et similia. Eppure un tentativo di conciliazione era stato fatto più di un mese fa con l’invio alla Se.Gi. di lettere di messa in mora per gli inadempimenti dell’azienda. Ma dopo un mese senza ricevere nessuna comunicazione, ai legali a cui si sono rivolti i dipendenti altro non resta che procedere per vie ordinarie.

SOLDI DALLA REGIONE E ACCREDITAMENTI All’origine del problema pare vi siano i ritardi nei pagamenti da parte della Regione. Intanto alla struttura vengono garantite le quote mensili dell’accompagnamento dei degenti. Lo scorso sette dicembre, inoltre, con un decreto dell’allora dirigente del dipartimento “Sviluppo economico, Lavoro, Formazione, Politiche sociali”, Antonio Nicola De Marco, è stato decretato di liquidare alla Se.Gi la somma di 88.884,36 euro per l’annualità 2011, a valere sul capitolo di Bilancio regionale 2015. Dal canto suo l’Asp di Cosenza aveva previsto per l’anno 2014 di assegnare alle Ras della provincia la somma complessiva di 18.460.154,40 euro, dei quali 537.580,05 erano da destinare alla “San Carlo Borromeo”. Intanto l’Ati ha accumulato forti debiti con i dipendenti e pare anche con diversi fornitori. Senza contare il contenzioso col Comune che è proprietario della struttura.

I CONTENZIOSI CON IL COMUNE Due sono le delibere di giunta che lo scorso 21 aprile sono state approvate dall’amministrazione di Salvatore Parrotta per conferire gli incarichi legali per costituirsi in giudizio contro la Se.Gi. Il 15 dicembre 2007 il Comune di Panettieri aveva affidato all’Ati – in persona del legale rappresentate della Se.Gi. (quindi Herman Altomare) – la gestione della Casa Albergo San Carlo Borromeo. Per la concessione della struttura era stato fissato un canone annuo di 36.800 euro che, stando a quanto asserito nelle delibere di giunta, non è stato pagato per le annualità 2013, 2014 e 2015.

ALLARME SOCIALE Sullo sfondo di denari che non arrivano e contenziosi che si moltiplicano, i lavoratori – nonostante la situazione sia drammatica – continuano a garantire assistenza alle persone ospitate. Ma se per molto tempo hanno taciuto, adesso i dipendenti della Borromeo stanno cominciando a ricorrere alle vie legali. E l’allarme sociale bussa ora alle porte della Regione, per il momento sotto forma di lettere e avvisi. Ma le proteste sono dietro l’angolo.

Alessia Truzzolillo

a.truzzolillo@corrierecal.it

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