Un romanzo sociale per raccontare il boom economico
RENDE Ricordi. Frammenti di memoria. Una storia personale che contribuisce a ricostruire la storia collettiva, o quantomeno storie comuni. Non ci sono classici riferimenti temporali con date e calend…

RENDE Ricordi. Frammenti di memoria. Una storia personale che contribuisce a ricostruire la storia collettiva, o quantomeno storie comuni. Non ci sono classici riferimenti temporali con date e calendari. Ci sono indizi, atmosfere, fenomeni sociali – «persino vecchie filastrocche», dirà Mariafrancesca Gentili durante la presentazione del libro- che ricostruiscono le vicende di un’epoca, quella del boom economico tricolore, ed il profilo di un personaggio che, seppure frutto della fantasia narrativa dell’autrice, sembra uscito dall’album di famiglia di ognuno. Un viaggio che sembrerebbe ben più impegnativo e prolungato del “Tutto in una notte”, titolo della terza, riuscita, fatica letteraria (dopo “Il cielo sul soffitto” e “Un racconto sotto l’albero”) di Maria Marcella Vivacqua. L’opera, che va a completare la trilogia dello specchio immaginata dalla scrittrice rendese, è stata presentata al Museo del Presente della città d’oltre Campagnano nell’ambito di un seguitissimo evento organizzato dall’associazione culturale “Connessioni” e patrocinato dallo stesso comune di Rende. Testimonial d’eccezione, un parterre di relatori come Mimmo Talarico, Mariafrancesca Gentili, Leonardo Acri e Michele Falco, che poi è anche l’editore del volumetto. Uno stile narrativo semplice «che non vuol dire banale – spiega Falco – bensì l’attitudine immediata di trasmettere un messaggio», accompagnato dall’espediente dei flashback, capace di restituire quello che Talarico definisce un «romanzo sociale». Vale a dire un contenitore di processi storici e politici di una nazione intera che vanno dall’emigrazione all’emancipazione senza per questo tralasciare l’aspetto emotivo, evocativo, quello costituito dai sogni, dai rimorsi, dai rimpianti. Insomma, tutti gli ingredienti necessari per dare alla luce quello che potrebbe essere un nuovo, piccolo, caso letterario di provincia che ambisce però, come sottolineato dallo stesso editore, a valicare i confini del Pollino e imporsi a una platea ben più ampia di quella calabrese. E non è finita qui, perché l’autrice, scrittrice autodidatta, nel suo breve e timido saluto alla platea condito da sentiti ringraziamenti, ammette di avere altri «progetti in cantiere». Che, se proposti al lettore con la medesima riservata delicatezza di concetti veicolati e modalità d’offerta, rappresenteranno indubbiamente un successo.
Edoardo Trimboli
redazione@corrierecal.it