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Così si uccide l'istruzione a Cosenza

È di ieri la comunicazione giunta in varie scuole di Cosenza dall’Ufficio del Provveditorato riguardante il dimensionamento scolastico per l’anno 2016/2017. Vedere ridurre il numero di classi è sempr…

Pubblicato il: 20/05/2016 – 10:05
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È di ieri la comunicazione giunta in varie scuole di Cosenza dall’Ufficio del Provveditorato riguardante il dimensionamento scolastico per l’anno 2016/2017. Vedere ridurre il numero di classi è sempre spiacevole poiché da un lato testimonia il diminuire di iscrizioni e dall’altro porta con sé inevitabili problemi relativi a docenti perdenti posto.
Al di là della necessarietà, tutta presunta, di detti tagli che hanno un valore solamente economico, vi è una situazione di particolare gravità che rischia di creare serissimi problemi di tipo didattico e, soprattutto, sociale. Infatti, alcuni di detti tagli riguardano la scuola media “Fausto Gullo” di via Popilia, che rappresenta un istituto inclusivo e soprattutto un istituto che non si esita a definire “di frontiera”. È questo istituto, infatti, che accoglie decine di studenti di diverse etnie, ragazzi provenienti da case famiglia e con situazioni di grave disagio familiare alle spalle, nonché un numero elevatissimo di disabili.
I numeri parlano chiaro, nella detta scuola fino a quest’anno erano presenti 4 classi di prima media, 4 di seconda e 4 di terza. In queste classi trovavano posto 23 alunni con disabilità grave certificata ed altri 3 con certificazione in corso. Inoltre vi sono decine di ragazzi di etnia rom e diversi ragazzi che non hanno conoscenza della lingua italiana o che hanno alfabetizzazione minima avendo i genitori che non parlano italiano. Del pari, come si evidenziava in precedenza, diversi sono i ragazzi che hanno genitori con problematiche di varia natura ed intensità cui dover far fronte. In un tale contesto, nel rispetto del D.P.R. n°81/2009, i responsabili scolastici avevano formato classi con un numero massimo di 16 alunni: il che ha consentito di riuscire ad ottenere importanti risultati in termini di apprendimento e di integrazione sociale. Ciò che oggi viene richiesto dagli Uffici del Provveditorato è un sacrificio enorme.
Alla detta scuola, infatti, verrebbero “tagliate” una classe prima, una classe seconda e una classe terza. Il risultato di ciò non può che essere la dispersione di ogni continuità didattica, la distruzione dei legami faticosamente creati fra compagni di classe, l’aumento del numero di studenti disabili in ogni classe con conseguente impossibilità reale ad operare non solo per gli insegnanti di sostegno, ma anche per chi porta avanti la didattica ordinaria. Insomma, una vera e propria “catastrofe” che si abbatte su un intero istituto scolastico, su anni di fatica e lavoro, su ogni forma di politica di integrazione. Un colpo mortale alle speranze di crescita di tutti i ragazzi che questa scuola frequentano. Peraltro il citato D.P.R. prevede che il numero di studenti per classe ove vi siano più studenti con disabilità, non superi le 20 unità, mentre, con l’operando taglio, tutte le classi sarebbero formate da un numero compreso fra 20 e 22 alunni, in palese violazione di legge. Se mai vi fosse reale necessità di rivedere qualcosa, ben si potrebbe pensare a non far iniziare una o due prime classi, ma far abbattere la mannaia dei tagli in maniera tanto sconsiderata appare una preoccupante esagerazione.
I dati descritti mostrano come la “Fausto Gullo” sia una scuola da preservare, per il ruolo di presidio di legalità, di civiltà, di integrazione che rappresenta e, stante anche il trattamento riservato alle altre scuole, decisamente più “fortunate”, la “soluzione” imposta pare controproducente e dettata da ragioni, quelle economiche, che non tengono in nessun conto il contesto reale e che, se confermate, si riveleranno foriere di danni enormi in termini umani e didattici. 

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