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Aggredì il collega, condannato a cinque anni

COSENZA Il Tribunale di Cosenza ha condannato a cinque anni di carcere, più tre in una struttura psichiatrica, Guerino Nigro, l’avvocato cosentino che l’1 aprile di un anno fa aggredì un collega fino…

Pubblicato il: 24/05/2016 – 11:31
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Aggredì il collega, condannato a cinque anni

COSENZA Il Tribunale di Cosenza ha condannato a cinque anni di carcere, più tre in una struttura psichiatrica, Guerino Nigro, l’avvocato cosentino che l’1 aprile di un anno fa aggredì un collega fino a mandarlo in ospedale. Il collegio ha condannato Nigro per il tentato omicidio escludendo però le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi e lo ha assolto dal reato di violazione di domicilio. Il Tribunale ha riconosciuto a Nigro la seminfermità e ha disposto il trasferimento nella clinica “Villa Verde” di Cosenza. Questa mattina, prima della requisitoria, è stato sentito il professore Antonello Crisci, psichiatra campano, che ha definito la personalità di Guerino e il contesto in cui è maturato il tentato omicidio «un delirio lucido».

REQUISITORIA E ARRINGHE Al termine dell’udienza, il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda) ha chiuso l’istruttoria e il pm Giuseppe Visconti aveva chiesto l’assoluzione per incapacità di intendere e di volere e il ricovero per cinque anni in una struttura dove sia garantirsi una vigilanza ferrea considerato che Nigro può essere pericoloso per la collettività. Il difensore di Nigro, l’avvocato Vincenzo Tiano, ha chiesto l’assoluzione del suo assistito per «totale assenza della volontà omicidiaria anche perché Nigro si è presentato allo studio a mani nude». L’avvocato Tiano ha chiesto il trasferimento in una struttura specialistica per poter sottoporre l’imputato alle cure necessarie.

LO SPECIALISTA: ELEVATA PERICOLOSITÀ SOCIALE Per il professore Crisci, Nigro «al momento dei fatti era affetto da infermità psichica, quindi incapace di intendere e di volere. Allo stato l’avvocato – ha detto lo specialista al collegio – è considerato avere un alto livello di pericolosità sociale».
Lo psichiatra ha dapprima acquisito tutta la documentazione clinica di Nigro e, poi, lo scorso 31 marzo ha sottoposto l’imputato a valutazione psichiatrica. Il 45enne è detenuto nel carcere di Reggio Calabria. All’inizio Nigro – ha detto lo specialista rispondendo alle domande del pm Giuseppe Visconti – si era rifiutato di andare a fare la visita e si è mostrato riluttante. Poi, soprattutto alla fine del colloquio durato un’ora, Nigro ha detto di essere cosciente dell’accusa che gli contestano e di sapere anche che vogliono farlo passare come incapace di intendere e volere, ma che – è il racconto di Nigro allo psichiatra – «in questo modo dovrei ritirare le denunce fatte contro la mia famiglia». Nigro nel suo “delirio lucido” ha riferito di aver aggredito il collega perché gli voleva rubare dei file contro la ‘ndrangheta, per Nigro il vero nemico da sconfiggere. Lo avrebbe aggredito perché il collega avrebbe cospirato contro di lui con la ‘ndrangheta. «Tutto ruota – ha ribadito Crisci – attorno al delirio. Non c’è alcun tipo di movente se non quello delirante. Ma attenzione: è un delirio lucido». Nigro ha fatto lo sciopero della fame ed è stato sottoposto di recente anche a un Tso. Per questo motivo lo specialista ha ribadito più volte l’elevato grado di pericolosità sociale con delirio di persecuzione, ragione per cui sarebbe necessario trasferirlo in una struttura psichiatrica. La vittima, l’avvocato Vincenzo Valentini, alla chiusura dell’istruttoria dibattimentale, ha deciso di rinunciare alla costituzione di parte civile.

L’AGGRESSIONE Il primo aprile del 2015 i poliziotti erano intervenuti nello studio legale della vittima, l’avvocato Vincenzo Valentini (difeso dagli avvocati Nicola Rendace, oggi sostituito dalla collega Marianna Moscatello), in pieno centro a Cosenza, dopo la segnalazione del portiere dello stabile. Lo studio era completamente a soqquadro con l’arredamento distrutto e numerose macchie di sangue.
Dopo l’aggressione la vittima era stata soccorsa da un medico residente nello stesso stabile. Gli agenti hanno ricostruito l’accaduto e hanno subito identificato l’autore dell’aggressione. Poche ore dopo Guerino Nigro infatti si presentò con il suo legale negli uffici della Questura dove venne arrestato. Posto ai domiciliari, tornò in carcere per aver violato gli arresti domiciliari.
La difesa di Nigro e’ pronta a fare appello contro la sentenza emessa dal Tribunale di Cosenza.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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