FATA MORGANA | Il medico "sensibile" e la perizia su commissione
REGGIO CALABRIA C’è anche il cardiologo Enzo Amodeo nella rete larga sfruttata da Paolo Romeo per governare in silenzio la città di Reggio Calabria. Medico con il pallino della politica, per anni nel…

REGGIO CALABRIA C’è anche il cardiologo Enzo Amodeo nella rete larga sfruttata da Paolo Romeo per governare in silenzio la città di Reggio Calabria. Medico con il pallino della politica, per anni nel Pd quindi candidato del Centro democratico alle primarie del centrosinistra per le amministrative, Amodeo – sottolineano gli investigatori della Guardia di Finanza nell’informativa principale dell’inchiesta Fata Morgana – è legato all’avvocato Romeo da «fraterno e risalente rapporto di amicizia».
SULL’ATTENTI Ecco perché il cardiologo non si scompone quando l’avvocato lo contatta per chiedergli un favore. Anzi, si mette immediatamente a disposizione. «Va bene, sull’attenti sono, sull’attenti sono, rigido … rigido come al solito, rigido» lo ascoltano dire gli investigatori, che dopo aver intercettato quella conversazione, seguiranno con maggiore attenzione le attività del professionista. C’è un detenuto – allo stato non ancora identificato – che ha bisogno di una perizia “convincente” che gli inquirenti presumono debba essere presentata di fronte al Tribunale delle Libertà.
PERIZIA SU COMMISSIONE A spiegarlo in dettaglio al dottore non è Romeo, ma il commercialista Natale Saraceno, ricevuto da Amodeo dopo una telefonata del legale. Un passpartout che non solo evita a Saraceno code e attese – Romeo telefona attorno a mezzogiorno, Saraceno viene ricevuto qualche ora dopo – ma spiana anche la strada alle richieste del commercialista ritenuto dagli inquirenti in mano al clan Tegano. L’esito di quell’incontro viene prontamente riferito a Romeo da entrambi. Il cardiologo non vede ostacolo alcuno nella redazione della perizia, gli serve però «una carta, che avevo dato già ai suoi familiari … in maniera tale che riprendiamo il discorso da quel punto», che Saraceno si è impegnato a recuperare.
«SECONDO ME NON HA NIENTE» Passa una settimana e la perizia è pronta. E del risultato ne discutono insieme il cardiologo, Romeo e Saraceno, registrati dalle cimici nascoste dagli uomini della Finanza nel circolo Posidonia. La relazione va fatta in fretta perché – spiega Saraceno – «domani la devono presentare». Amodeo – si evince dalla conversazione – conosce il paziente, lo ha già trattato. Ma il problema – e il dottore lo dice chiaro – è che «secondo me non ha niente». Ha strappato la possibilità di un ricovero sulla base di un test dalla scarsa attendibilità scientifica. E il dottore non esita a dirlo.
«PASSATE E LA TROVATE FATTA» «Perché il test al dipiridamolo (scintigrafia miocardica con test di provocazione, ndr), non è un test che io faccio quando me lo chiedono però con molte riserve, perché non ci credo. Qua dice che il test al dipiridamolo (fonetico) è positivo, però la scintigrafia è negativa». Ma non importa che gli esami siano rassicuranti. «Siccome io, sono propenso a vedere il bicchiere mezzo pieno, cioè nel senso che, pensare a male non si sbaglia mai … Voglio chiarire, no! … incomprensibile … sta cosa. Vabbè dai, la faccio e ve la faccio avere stasera. Tanto i dati ce li ho tutti, passate e la troverete fatta! Così la sistemo anche al computer». In sintesi, non solo il dottore acconsente a tracciare un quadro clinicamente non chiaro, tanto da sollecitare ulteriori accertamenti, ma invita anche Saraceno e committenti a raggiungerlo in reparto in serata, in modo da consegnare il tutto.
UN UOMO “SENSIBILE” Romeo è soddisfatto. «Il professore oltre ad essere un luminare nella sua materia è una persona di grande umanità.. di rispetto – dice l’avvocato, che poco dopo, tra le risate, aggiunge – : Enzuccio d’altro canto, non è che è nato ieri… da secoli. Cioè …cioè ognuno di noi, capisci, non è che è nato improvvisamente, ci sono, c’è una storia capisci». Saraceno è più che soddisfatto. «Non avrebbe potuto fare di meglio» sottolinea, riferendosi al cardiologo, per nulla infastidito da quelle allusioni. Anzi, «bisogna legarsi alle persone che meritano. Cioè io», conferma fra le risate generali, mentre Romeo gli ruba la battuta e lo incensa: «Ha una sensibilità… e un rigore, unico. Ed è praticamente, professionalmente … viene apprezzato proprio per il suo rigore ehh professionale che sa accompagnare alla … diciamo ed ha particolare sensibilità che lo portano a poi a ricercare la verità ad essere scrupoloso ed andare fino in fondo e questo che lui farà. Cioè a dire…».
COMPLICITÀ FONDATA SU AZIONE POLITICA COMUNE Il resto della conversazione si perde fra le risate dei tre, ma per gli investigatori il significato è chiaro. Anche Amodeo rientra nella rete larga di professionisti su cui Paolo Romeo – anche prima del nuovo arresto unanimemente conosciuto come consigliori storico del clan De Stefano – potesse contare. Per gli investigatori si tratta di «un vecchio e fraterno rapporto di amicizia» che «sottintende una grande complicità fra i due, presumibilmente fondata anche su una pregressa azione comune in ambito politico». Più volte, gli uomini delle Fiamme Gialle li hanno ascoltati chiacchierare anche «sui futuri scenari politici della città, specie con riguardo alle candidature a sindaco in seno al locale P.D». E al riguardo, Amodeo non ha esitato a chiedere una mano all’amico Paolo.
TUTTO PER LA SEGRETERIA È il 2 novembre del 2013 e in città si avvicina la data delle votazioni per la segreteria provinciale Pd. Uno alla volta, i vari aspiranti hanno fatto un passo indietro, lasciando il campo a Seby Romeo, per i cuperliani, e Mimmo Richichi, sostenuto dai renziani. Amodeo, all’epoca ancora fra i dem, parteggia per quest’ultimo, tanto da chiedere all’amico Paolo di sostenerlo. Il metodo è un classico. Basta infarcire i circoli di nuovi iscritti, pronti a votare per il candidato indicato. Per questo Amodeo si rivolge a Romeo. «Lui mi diceva: se mi mandate un poco di persone, 5,6, quelli che sono, il più possibile, si rivolgono al lui e lui in un attimo li iscrive, gliela paga lui stesso la tessera e potranno votare per lui …. penso che lo possiamo fare … c’è gente che prende questa cosa e che poi scompare …. senza neanche che facciano il tuo nome, vanno e gli dicono mi manda Enzo Amadeo, cosi lui li iscrive, gliela paga lui e li fa votare».
LA RETE Per gli investigatori, non è che l’ulteriore prova di un quadro complessivo sconfortante perché «fa emergere la concreta ipotesi della sussistenza di una organizzazione operante sul territorio, ben alimentata dalla mutua prestazione di servizi da parte di vari profèssionisti, con reciproci scambi di favori e connivenze, che è in grado di svolgere la sua azione nel tessuto sociale, affiancandosi al sistema politico – istituzionale sino ad interferire ed influenzarne le scelte e le decisioni, se non a determinarle, così mirando a controllarlo o, addirittura, sostituirlo in toto». Quello che emerge per i militari è «un celato ma ben oleato meccanismo che, alimentato da una costante serie di scambi di favori e connivenze, è in grado di compiere un’azione perfetta e ben collaudata, talvolta anche ai limiti della legalità, interferendo sull’esercizio delle funzioni pubbliche per portare a compimento esclusivamente iniziative di carattere privato». Limiti – ha dimostrato l’inchiesta Fata Morgana – che più e più volte sono stati valicati.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it