L’avvio dei lavori per il recupero delle gallerie del San Giovanni, deve imporre una riflessione che tutta la Politica (quella con la P maiuscola), il mondo culturale, associazionistico, economico, e quant’altro, non possono più eludere. Nella Catanzaro Sotterranea (quei “Segreti passaggi” che Giuseppe Rachetta, col suo formidabile lavoro, lento e paziente, e mai interrotto, ha portato e sta portando alla luce) c’è un mondo, al quale bisogna approcciarsi andando ben al di là della semplice curiosità per l’ignoto, o dei percorsi enograstronomici. Nella Catanzaro Sotterranea c’è la storia e anche il futuro della città. Un reticolato di cunicoli, percorribili, che tagliano il sottosuolo del centro, tra palazzi storici, Chiese, semplici abitazioni, a tutte le latitudini. Dal Tribunale a Stratò. Un “ragno”, costruito nei secoli per ragioni di sicurezza, ma anche di comunicazione, di irregimentazione dei fiumi presenti (il centro abbonda di acqua e di corsi d’acqua sotterranei); un sistema che collega non solo edifici ora pubblici, come il San Giovanni o il Galluppi, ma anche moltissimi edifici privati; percorsi finiti nel dimenticatoio per inconsapevolezza, o per precisa volontà (accessi pubblici che diventano magazzini per cianfrusaglie). Spesso si dice che il Centro non abbia un’anima, che debba ritrovare la propria identità; ebbene, nei “Segreti passaggi” c’è l’occasione di riscatto, di recupero di una storia troppe volte mortificata per interessi, incultura, ignoranza; c’è la possibilità, anche economica, di fare di Catanzaro un luogo unico. E proprio per questo, che è fondamentale che la città tutta, dalle istituzioni ai cittadini, prenda contezza del fatto che la Catanzaro sotterranea non è materia per pochi “topi da biblioteca”, affascinati dal buio, dalle muffe e dai pipistrelli, ma è la più grande opportunità che la città abbia mai avuto (e che mai avrà) per diventare un’attrazione turistica internazionale, attraverso proprio la sua storia e la sua cultura. Piegarsi, camminare pancia a terra, per volare alto; entrare nel buio, ma per vedere la luce; guardare al passato, ma per il futuro. Se solo si riuscisse a guardare al di là del proprio naso.
*consigliere comunale di Catanzaro
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