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Fiume Oliva, sfilano i testimoni della difesa

COSENZA «L’impianto di calcestruzzo della ditta Coccimiglio non può produrre rifiuti pericolosi». È quanto affermato da Giuseppe Vitolo, consulente tecnico sentito come testimone nel processo sui vel…

Pubblicato il: 21/06/2016 – 9:29
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Fiume Oliva, sfilano i testimoni della difesa

COSENZA «L’impianto di calcestruzzo della ditta Coccimiglio non può produrre rifiuti pericolosi». È quanto affermato da Giuseppe Vitolo, consulente tecnico sentito come testimone nel processo sui veleni rinvenuti nella vallata del fiume Oliva, che si sta celebrando in Corte d’Assise a Cosenza. Sul banco degli imputati ci sono l’imprenditore di Amantea, Cesare Coccimiglio, e quattro proprietari dei terreni, dove – secondo l’impianto accusatorio – sarebbero stati interrati materiali contaminati. Si tratta di Vincenzo Launi, Giuseppina Marinaro, Antonio Sicoli e Arcangelo Guzzo. E, secondo l’accusa, proprio a causa di quegli interramenti ci sarebbe stato il disastro ambientale della zona nonché si sarebbe verificato un nesso anche con la diffusione di tumori nell’area della Valle dell’Oliva, la morte di Giancarlo Fuoco, un pescatore amatoriale e le lesioni a un amico del pescatore. 
Questa mattina il presidente della Corte, Giovanni Garofalo, ha continuato a sentire i testimoni della lista della difesa di Cesare Coccimiglio, rappresentata dall’avvocato Nicola Carratelli. Il consulente Vitolo ha precisato di aver fatto diversi sopralluoghi nelle ditte di Coccimiglio, su indicazione della ditta Coccimiglio – ha precisato rispondendo a una domanda del pm della Procura di Paola Maria Camodeca (che rappresenta la pubblica accusa con la collega Sonia Nuzzo). Ma i sopralluoghi sono avvenuti anche in presenza di contraddittorio ovvero assieme ai periti dell’Arpacal. Sul banco dei testimoni sono saliti poi alcuni ex operai di Calabria Verde che hanno affermato di non aver notato particolari anomalie nella zona e che erano a conoscenza che nei pressi del fiume Oliva c’era una discarica del Comune. Altri testimoni, legati da rapporti di amicizia con gli imputati Launi e Marinaro, hanno affermato che quest’ultimi possiedono dei terreni che usavano per coltivare ortaggi che venivano irrigati con l’acqua del fiume Oliva. Le difese di Coccimiglio e Sicoli hanno rinunciato ad alcuni testimoni. Il processo è stato aggiornato al prossimo 1 luglio quando si completeranno le liste dei testimoni della difesa e si procederà alle richieste 507, ovvero ulteriori prove. Dopo la chiusura del dibattimento, saranno fissate le udienze per requisitoria, arringhe e sentenza prevista per ottobre.

mi. mo.

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