CATANZARO «Una forte speculazione di grossi gruppi si abbatte sul prezzo del grano, portandolo a 16 euro a quintale contro i 26 dell’anno scorso. Con la conseguenza che la Calabria cerealicola è in ginocchio, situazione che si manifesta, in particolare, in provincia di Crotone e zone limitrofe, che, memori di essere il granaio della Calabria, avevano ripreso la coltivazione di grano duro». Lo riferisce un comunicato di Coldiretti Calabria. «Una situazione drammatica – sostiene il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro – che colpisce la produzione più emblematica ed evocativa: il grano appunto. Questa caduta libera del prezzo, che mette a rischio il futuro della produzione con la desertificazione di migliaia di ettari di terreno, è dovuta anche al via vai nel porto di Bari di prodotto di cui a volte non si conosce neppure l’esatta provenienza. A dimostrazione di quanto le flessioni dei prezzi siano strettamente collegate all’invasione di prodotto estero. Gli “squali della speculazione”, che non vogliono bene all’Italia e alla Calabria, non trovano di meglio che, dopo aver organizzato l’operazione, sfruttarla per spremere i produttori. Ci sono evidenti storture come l’etichettatura di origine obbligatoria e la tracciabilità delle produzioni, le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo e la mancanza, in Calabria, della rete dei Consorzi Agrari (in Consiglio regionale pende una proposta di legge) che possono assolvere al compito fondamentale di garantire un giusto prezzo ai produttori, valorizzare il grano, il territorio e il lavoro della Calabria a sostegno dell’economia locale e della salute dei consumatori». «Dal grano al pane – dice ancora Molinaro – i prezzi aumentano del 1.450%, con il grano che oggi è pagato come trenta anni fa su livelli al di sotto dei costi di produzione attuali. È indispensabile promuovere, anche con il Psr 2014-2020, investimenti nel settore per garantire valore aggiunto e mantenere la fiducia dei cittadini-consumatori, con un sempre maggiore coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera».
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