REGGIO CALABRIA Appaltare a caro prezzo ai tuoi ex dipendenti un servizio per il quale prima erano retribuiti direttamente da una società in house della Regione? In Consiglio regionale si può. È successo con gli ex dipendenti della Portanova, “carrozzone” regionale che si occupa di manutenzione e servizio delle sale, svuotato dal Jobs Act e rimasto incastrato fra un concorso che non riesce a far partire e la necessità di assicurare il funzionamento di Palazzo Campanella. Un pasticcio di cui ha beneficiato una ditta reggina, la Video Travel di Luca Marrara, che ha incassato in affidamento diretto un appalto semestrale per gestire i servizi audio-video durante sedute, incontri e riunioni in Consiglio. Un incarico che fino al 1° gennaio scorso era gestito direttamente dalla controllata regionale Portanova, amministrata dall’ingegnere Vincenzo Romeo, già capo dell’ufficio tecnico e dirigente del consiglio regionale. Peccato però che la società in house della Regione Calabria sia stata svuotata dal Jobs act. A causa delle norme introdotte con la riforma voluta del governo Renzi, è divenuto impossibile rinnovare i contratti dei 22 dipendenti a tempo determinato, che da anni garantivano il funzionamento delle sale, sovrintendevano alla strumentazione, si occupavano anche degli sbobinamenti delle sedute e assicuravano la piccola manutenzione. Per anni, tutti hanno lavorato in consiglio regionale, grazie a contrattini a tempo indeterminato rinnovati di anno in anno, di sei mesi in sei mesi, o anche per periodi minori. Poi è arrivato il Jobs act. E il meccanismo è saltato. Un guaio per Palazzo Campanella, che ha seriamente rischiato di veder paralizzate le proprie attività.
Molti degli – ormai ex – dipendenti svolgono infatti funzioni tecniche specializzate, difficili da supplire. Per questo, aveva promesso a fine dicembre il presidente Nicola Irto, «la questione sarà risolta velocemente. A fronte di qualche giorno di stop, questi lavoratori avranno la possibilità di ottenere un posto a tempo indeterminato seguendo le indicazioni di legge. Ora il nostro obiettivo è salvaguardare i servizi. Il Consiglio è in grado di garantire un bando pubblico perché nel corso del 2015 sono stati risparmiati 10 milioni di euro». Ma il timing fissato da Irto si è infranto contro il muro della pachidermica burocrazia regionale. Affidato alla Portanova il compito di organizzare il concorso per 23 figure professionali – quattro amministrativi, un addetto ai servizi informatici, tre operatori, due addetti alla piccola manutenzione, otto alla sala regia e due sbobinatori – ci sono voluti mesi perché il bando fosse reso pubblico.
Complice forse un cambio al vertice avvenuto in febbraio –Daniela De Blasio ha lasciato il posto all’ingegnere Romeo – che potrebbe aver rallentato le procedure, non si è avuta notizia del bando fino a maggio. Cinque mesi durante i quali i servizi, un tempo assicurati dalla Portanova, sono stati garantiti dagli stessi ex dipendenti, pagati, di volta in volta e a secondo delle necessità, con i voucher. Una tipologia di lavoro tanto vicina al cottimo da indurre il legislatore a fissare un monte ore massimo di 266 ore l’anno che per molti degli ex Portanova si sta esaurendo. E qui sono iniziati i guai – ulteriori – per il Consiglio. A quasi un mese dalla scadenza del bando – era possibile candidarsi entro il 6 giugno – non si sa nulla del concorso. «Adesso dobbiamo procedere alla nomina della commissione, che poi si dovrà occupare delle procedure concorsuali, cioè l’eventuale preselezione, la prova scritta e quella orale».
Un iter di cui Romeo confessa di non voler sapere nulla. «Io – rivela – non ho intenzione dioccuparmi del concorso». Ma proprio le inerzie nell’espletamento delle procedure di selezione sono per il Consiglio fonte di nuovi problemi. Esaurito il monte ore pagabile con i voucher, la Portanova è stata costretta a esternalizzare il servizio di gestione della sala regia. «Una procedura assolutamente legittima. E non potevamo fare altrimenti perché abbiamo rischiato di far paralizzare i lavori in Consiglio» spiega Romeo, che conferma come la scelta sia caduta sulla Video Travel di Marrara. Un appalto semestrale che per la piccola ditta reggina ha significato tre nuove assunzioni, scelte – guarda caso – fra gli ex dipendenti della Portanova. In sintesi, il consiglio regionale paga una ditta esterna per far lavorare quegli stessi dipendenti che, fino a qualche mese fa, la sua controllata retribuiva direttamente. E spende di più. «È un aggravio solo di qualche migliaio di euro», ammette Romeo. Peccato che il medesimo problema si potrebbe presentare a breve anche per gli altri servizi. E che gli aggravi potrebbero crescere.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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