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Conflenti ritorna alle "sue" origini

CONFLENTI Ritornare alla musica e alle danze tradizionali, si può. Basta allontanare i microfoni e gli amplificatori, scendere dai palchi e invadere le piazze. Ma non è la solita tarantella, divent…

Pubblicato il: 24/07/2016 – 8:35
Conflenti ritorna alle "sue" origini

CONFLENTI Ritornare alla musica e alle danze tradizionali, si può. Basta allontanare i microfoni e gli amplificatori, scendere dai palchi e invadere le piazze. Ma non è la solita tarantella, diventata quasi di moda negli ultimi anni. È un nuovo modo di trasmettere la cultura di un tempo, lontana da qualsiasi condizionamento, diventando occasione di sviluppo e di turismo per la comunità stessa.
“Felici&Conflenti” è un po’ tutto questo: un progetto creato per ritornare alle origini della cultura coreutica e musicale in particolare nell’area del Reventino. Proprio a Conflenti, centro di poco più di mille abitanti nell’entroterra catanzarese situato proprio alle pendici del monte Reventino, un gruppo di ragazzi animati dalla voglia di scoprire la tradizione e spinti dalla passione per la musica hanno deciso di creare un evento che potesse essere non solo un momento di coesione per l’intera collettività ma trasformarsi anche in un’occasione per un nuovo tipo di turismo, più consapevole e solidale.
«La musica e le danze di quest’area avevano qualcosa di particolare – spiega Alessio Bressi, uno degli ideatori del progetto -, perché sono il frutto di uno scambio culturale che avveniva ogni anno da parte dei numerosi pellegrini che raggiungevano a Conflenti per la tradizionale festa in onore della Madonna della Quercia». Qui spiega ancora «ognuno portava i suoi strumenti e il suo modo di suonare e di ballare, che si incontrava con quello di altri pellegrini che venivano da altri paesi, creando condivisione e scambio culturali».
Giunto oramai alla terza edizione, “Felici&Conflenti” ha come parola d’ordine appunto la “musica viva”, quella originaria suonata con la zampogna o con l’organetto e accompagnati dalla voce e dai canti tradizionali dei pastori di una volta. Momenti questi, che si univano alla gestualità e ad una dimensione stilistica che nel corso degli anni si è andata perdendo a causa di una sempre maggiore dipendenza dai microfoni e dal palcoscenico. Come chiarisce l’etnomusicologo Vincenzo Lavena, questo genere musicale che oggi è tanto diffuso e che molti chiamano revival, non è altro che uno sfruttamento delle musiche tradizioni e fanno quasi sembrare che in Calabria ci sia un solo genere folcloristico. «La tarantella non esiste in senso generale, così come non esiste un solo dialetto calabrese – spiega Bressi – le danze del Reventino sono molto diverse da quelle dell’Aspromonte o del Pollino». Il loro intento è proprio quello di colmare quel vuoto che si è venuto a creare in un cambio generazionale che purtroppo non c’è stato. «I giovani molto spesso hanno messo da parte gli strumenti dei loro nonni abbandonando questo genere per qualcosa che sembra simile ma che in realtà non lo è – spiegano gli organizzatori –. Rispetto ai primi anni ci sono stati dei miglioramenti. In questa edizione sono molti i ragazzi che hanno chiesto di iscriversi ai nostri corsi. Vuol dire che si sta iniziando a prendere coscienza del grande patrimonio culturale che abbiamo».
E poi c’è il turismo. Quest’anno nel piccolo centro di Conflenti giungeranno 60 visitatori: non solo italiani, ma anche francesi, tedeschi e sono attesi anche un turco e due statunitensi. Saranno ospitati degli stessi conflentesi che hanno messo a disposizione le loro case e i loro spazi. Sono studiosi, musicisti, danzatori o semplici appassionati, interessati alla tradizione e alla cultura vera e autentica proprio come quella che un piccolo centro come Conflenti può offrire. «Questo serve anche per gli abitanti stessi, perché se qualcuno viene da lontano per imparare a suonare, tutto qui assume un valore diverso», conclude Alessio.
Felici&Conflenti inizierà lunedì 25 luglio e per un’intera settimana il paese si trasformerà in un grande laboratorio, dove sarà possibile, non solo imparare a suonare e danzare, ma sarà anche possibile apprendere alcuni antichi mestieri come l’intaglio oppure scoprire i segreti della cucina tradizionale.
Inoltre, ogni pomeriggio si svolgeranno dei seminari con alcuni studiosi del settore: oltre al già citato Lavena, anche Vito Teti ed Ettore Castagna.

GLI APPUNTAMENTI 
• 25 luglio, Parallelismi e differenze nel patrimonio coreutico di cultura orale in Calabria, a cura di Ettore Castagna;
• 26 luglio, inaugurazione mostra Strumenti giocattolo e strumenti da suono in Calabria, a cura dell’etnomusicologo Vincenzo La Vena (Associazione Il Cerchio) il quale descriverà i più di cento tra strumenti effimeri, strumenti giocattolo e oggetti sonori raccolti nella collezione;
• 27 luglio, Conservazione e trasformazione nella musica di tradizione orale, a cura del musicista e ricercatore Christian Ferlaino;
• 28 luglio, La musica e la danza nel marchesato crotonese, a cura di Davide Ancora e con la partecipazione di Salvatore Megna;
• 29 luglio, Figure e paradossi della nostalgia, a cura dell’antropologo Vito Teti;
• 30 luglio, Musicalità tra alta e bassa Valle del Savuto: incontro-confronto, a cura del ricercatore Giancarlo Di Toma.

Adelia Pantano
redazione@corrierecal.it

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