Le priorità per mettere in sicurezza il territorio
Il dramma che il Paese vive dopo l’ultimo disastroso terremoto fa squillare, ancora una volta, l’allarme per la nostra regione considerata tra le più esposte a movimenti tellurici. La Calabria, come…
Il dramma che il Paese vive dopo l’ultimo disastroso terremoto fa squillare, ancora una volta, l’allarme per la nostra regione considerata tra le più esposte a movimenti tellurici. La Calabria, come si sa, è infatti una terra “ballerina” che ha già conosciuto la tragedia del sisma.
Nei giorni scorsi à stato ricordato che sono 4.169 gli edifici ritenuti insicuri sul territorio. Ma si tratta di una indagine condotta alcuni anni fa e che ha riguardato solo strutture pubbliche: scuole, ospedali, caserme, asili, municipi, chiese. Sicuramente si tratta di una stima per difetto solo se si considerassero, come è giusto che sia, anche le costruzioni private.
La domanda più ricorrente è cosa fare per dare sicurezza ai calabresi e la risposta ancora una volta riguarda la messa in sicurezza del territorio attraverso un’accurata mappatura dei fabbricati, senza fermarsi alle sole strutture pubbliche ma interessando anche gli edifici privati dei 409 comuni comprese le più sperdute frazioni, costruite il più delle volte con sabbia e “odore” di cemento, che potrebbero cedere anche con lo scrocchiare delle dita.
Per dare impulso all’attività di pianificazione, per non inseguire l’emergenza e per cercare di ridurre al massimo la vulnerabilità degli edifici a rischio sismico, la giunta regionale qualche giorno fa si è resa protagonista di una encomiabile iniziativa di cui va dato atto all’ esecutivo di averla adottata con tempestività e oculatezza. Il governo regionale ha, infatti, stanziato 130 milioni prelevandoli dal Patto per la Calabria sottoscritto lo scorso mese di aprile con il Capo del Governo a Reggio Calabria. Ma come si può intuire quella somma non è certo sufficiente per mettere in sicurezza il territorio dal Pollino allo Stretto. Si spera,dunque, in una eventuale iniziativa nazionale che possa aiutare le regioni. Per intanto bisogna dare atto che la Regione Calabria ha messo un paletto importante facendosi promotrice di una iniziativa che prelude una mappatura di tutti gli edifici per constatarne lo stato e soprattutto la tenuta sismica, guardando con interesse agli sviluppi che la tecnica ingegneristica ha messo in campo per mettere in sicurezza il territorio. Ovviamente si tratterà di un impegno di spesa importante di cui probabilmente la Regione non dispone. Ma siccome la Calabria è considerata una regione ad alto rischio bisogna provvedere il più in fretta possibile perché il progetto ottenga la copertura finanziaria per essere realizzato. Ecco perché sarebbe una scelta di grande portata sociale considerare come sia possibile reperire i fondi necessari anche attraverso la ridefinizione della spesa pubblica, specie di quella che presenta vizi formali figlia di un innato senso clientelare assai conosciuto nel nostro Paese.
Rimboccarsi le maniche per cercare di trovare i fondi costituirebbe non solo un atto di responsabilità fino ad ora misconosciuto, ma anche un gesto di una sostanziale inversione di tendenza che farebbe aumentare la nostra considerazione presso gli altri paesi della Comunità. Sarebbe auspicabile un intervento serio e determinato sulle tante “anomalie” che pure esistono, a cominciare dal riconsiderare le assunzioni fatte in questi anni dalla Regione in barba alle leggi vigenti, iniziando da coloro che sono stati inseriti nella struttura regionale senza concorso: assunti come “portaborse” e successivamente divenuti dipendenti, aggirando tutti gli ostacoli e inseriti nei ruoli regionali attraverso leggi e leggine fatte per l’occorrenza. Persone anche sconosciute ai più se non a chi si occupa mensilmente degli stipendi, dipendenti utilizzati anche in luoghi esterni alla struttura regionale; dunque unità lavorative non controllabili che rimangono in ombra, arbitri di sé stessi nel decidere quando e come lavorare. Quanti sono e quanto costano?
Su questa ma anche su altre anomalie sarebbe il caso che venisse fatta chiarezza non solo per la credibilità dell’Ente, ma anche per dare risposte ai calabresi sempre più vessati dalle tante accise e che, difronte a problemi seri come quello di trovare soluzioni idonee per evitare conseguenze catastrofiche in caso di terremoti, si potrebbero sentire rispondere che l’Ente è a corto di risorse finanziarie.
Tutto è possibile, ma è doveroso che di fronte alla lodevole iniziativa del presidente Oliverio e della sua Giunta si faccia quadrato e si lavori tutti per la completa riuscita del progetto. Per raggiungere la meta è indispensabile attivare un freno e, per farlo, sarebbe sufficiente la stessa determinazione usata quando venne deciso di elargire somme di denaro per il funzionamento dei gruppi o per il rimborso delle spese dei consiglieri regionali.
Ma c’è anche un altro fronte su cui si può operare ed è la “legge Delrio” la quale prevede che i comuni al di sotto dei cinquemila abitanti si uniscano e si fondano per gestire insieme le funzioni fondamentali dell’attività amministrativa. Ciò determinerebbe un risparmio importante nella gestione dei nuovi territori; ecco perché sarebbe auspicabile una rapida attuazione della legge considerato anche che verrebbe ad essere potenziata la qualità dei servizi. La legge è stata presentata come garanzia di risparmio e opportunità di sviluppo. Ma i sindaci purtroppo fanno quadrato e resistono: rilanciano dimostrando disponibilità solo per la definizione dei “costi standard” per l’esercizio delle funzioni fondamentali che conseguirebbe la razionalizzazione degli acquisti.
Si dirà che con questa iniziativa si stia cavalcando il populismo o che si sia superato il senso della misura. Probabilmente è vero perché la misura, in molti casi, è stata superata da tempo, sicuramente da quando la politica, intesa come servizio ai cittadini, è entrata nel “mirino” delle lobbies pensando che attraverso la sua gestione diventi più facile fare affari per come è dimostrato da alcune recenti vicende giudiziarie.
*giornalista