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Catanzaro, il Pd corregga i suoi errori e riparta

Si ripropone a Catanzaro il tema di quale futuro per la città alla vigilia del rinnovo del consiglio e dell’elezione del sindaco la primavera prossima. Ne scrive in modo preoccupato Franco Cimino sul…

Pubblicato il: 05/10/2016 – 17:04
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Si ripropone a Catanzaro il tema di quale futuro per la città alla vigilia del rinnovo del consiglio e dell’elezione del sindaco la primavera prossima. Ne scrive in modo preoccupato Franco Cimino sulla stampa locale e arriva a sollevare il tema morale. Non si può non condividere l’allarme e apprezzare il coraggio di affondare l’analisi su diritti e doveri della rappresentanza consigliare e della maggioranza che regge il governo cittadino. Un sentimento diffuso che pone l’obbligo di interrogarsi sulle ragioni per le quali si è arrivati a questo punto. L’amministrazione Abramo che segue alle dimissioni di Traversa (archiviate con fretta e con grande imbarazzo da parte del centrodestra) è cominciata male con un voto turbato dai maneggi dello scambio clientelare, in seguito accertati dalla magistratura con scenari inquietanti. La credibilità dell’amministrazione in carica si è veramente ridotta al lumicino. E in questo discredito rischia di essere compromesso l’intero consiglio comunale.
Ma la coscienza democratica non può fermarsi con la denuncia delle responsabilità altrui. Vengono al pettine i nodi politici ai quali il centrodestra non è stato in grado di dare alcuna risposta. Il localismo, l’antipolitica che trova sfogo nel populismo, ma anche le difficoltà più complessive che investono il campo democratico, dal quale il Pd non è estraneo, rappresentano fattori per i quali occorre chiarezza di idee e capacità progettuale innovativa. Quindi, una nuova cultura politica per la città di Catanzaro. Al Pd viene chiesta una straordinaria dimostrazione della sua potenzialità democratica, di rappresentare un punto di riferimento per la ricostruzione di un’idea di partecipazione democratica innovativa e di un progetto alternativo a quello fallimentare portato avanti da Sergio Abramo che recuperi pienamente – per Catanzaro – la sua funzione di capoluogo di regione. Ma quest’ambizione non può essere surrogata da alchimie politiche trasversali o da maldestri tentativi di scaricare le proprie responsabilità sulla Regione.
La fase politica che stiamo attraversando chiede grande capacità di innovazione ma anche solidità di pensiero. I nomi sono conseguenza delle cose. Il partito deve rafforzare la sua natura democratica e deve arrivare all’appuntamento elettorale, non con i metodi della vecchia politica ma dando dimostrazione di saper correggere i suoi errori. Per questo occorre una grande operazione di coinvolgimento delle energie democratiche della città. Una città che ha bisogno di coesione, di orgoglio e di capacità di far condividere alle forze migliori una opportunità storica. Il Mezzogiorno comincia a entrare nell’agenda nazionale, la Calabria comincia a dare segnali di ripresa, il capoluogo può diventare il volano di una politica nuova che sappia esaltare al massimo la funzione di governo e di programmazione del futuro.
Sarebbe un errore se la città si ripiegasse su se stessa nella recriminazione e nella frustrazione. Al contrario, occorre fare leva sulla risorsa della politica e su una soggettività che con tutti i limiti il Pd rappresenta. È necessario avere il coraggio di affrontare, in campo aperto, una società complessa e ricca che deve poter far lievitare, in un progetto di rilancio del senso civico, le ambizioni di cui si vuole essere interpreti. Oggi sono davanti a noi tutti i temi che hanno impedito di dare una risposta alla crisi italiana e del mezzogiorno. Il referendum ce ne offre anche l’opportunità. E a partire da adesso, bisogna metter mano a un vero progetto di cambiamento mettendo in campo una forte iniziativa politica che coinvolga la città. E tanto più sarà efficace il lavoro se insieme ai vari livelli istituzionali e di governo si traccerà la strada di una forte determinazione democratica che porti a selezionare, in modo trasparente e partecipativo, la classe dirigente di domani.

*Responsabile Organizzazione regionale del Pd 

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