Sciopero Gioia, Arruzzolo: «Serve risposta politica»
REGGIO CALABRIA «La congiuntura negativa dei traffici marittimi internazionali, in particolare il trasporto containerizzato, sta riflettendo preoccupanti esiti sul porto di Gioia Tauro». Lo afferma i…

REGGIO CALABRIA «La congiuntura negativa dei traffici marittimi internazionali, in particolare il trasporto containerizzato, sta riflettendo preoccupanti esiti sul porto di Gioia Tauro». Lo afferma in una nota il capogruppo del Ncd a Palazzo Campanella, Giovanni Arruzzolo.
«La vertenza in atto tra il gestore del terminal e i sindacati in ordine all’organizzazione e all’utilizzazione del personale, per gli effetti della crisi, pone drammaticamente in primo piano il presente dello scalo gioiese e del futuro delle sue maestranze. Non vi è dubbio – prosegue Arruzzolo – sul fatto che la contrazione dei collegamenti da e per Gioia Tauro abbia ridotto sensibilmente la produzione di ricchezza, legata soprattutto al transhipment, delle attività del terminal, ma è altrettanto necessario comprendere e governare il disagio derivante dalla paura della disoccupazione per centinaia di addetti che non hanno altra fonte di entrata di reddito. Il governo regionale sta assumendo iniziative positive per diversificare le attività nell’area portuale di Gioia Tauro, l’ultima, imminente, con un finanziamento di 50 milioni di euro per la realizzazione di un bacino di carenaggio, ma il resto dell’impegno, ovvero, il confronto con il governo nazionale sul destino complessivo del porto, abbisogna di una costante attenzione e pressione. Dinanzi a uno scenario poco chiaro sotto il profilo dello sbocco della crisi – sostiene Arruzzolo – i lavoratori del terminal di Gioia Tauro non possono diventare una sorta di merce di scambio in vista di equilibri futuri, ma rientrare a pieno titolo in ogni soluzione che verrà data per il superamento di questo stato di crisi. Abbiamo già pagato duri prezzi – ricorda ancora Arruzzolo – per politiche effimere su quell’area, illudendoci che la svolta era ormai alle porte. Ecco perché, memori di quelle brucianti esperienze – dal V centro siderurgico, all’Isotta Fraschini, giusto per ricordare degli esempi – dobbiamo sviluppare una adeguata iniziativa politico-istituzionale, qui e a Roma, affinché la vertenza di cui sono protagonisti in questa fase i lavoratori non produca soltanto mediazioni al ribasso, ma sia occasione per fare il punto sul destino della logistica e del modello di sistema di trasporto delle merci su tutto il territorio nazionale».