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Stop violenza, «Reggio e lo Stato ci sono» – LE FOTO

REGGIO CALABRIA Lungomare di Reggio Calabria pieno per la manifestazione promossa dalla giunta regionale contro la violenza sulle donne, in seguito all’arresto dei responsabili delle violenze subite…

Pubblicato il: 21/10/2016 – 9:19
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Stop violenza, «Reggio e lo Stato ci sono» – LE FOTO

REGGIO CALABRIA Lungomare di Reggio Calabria pieno per la manifestazione promossa dalla giunta regionale contro la violenza sulle donne, in seguito all’arresto dei responsabili delle violenze subite per anni da una ragazzina di Melito. I primi ad arrivare in piazza sono stati gli studenti delle scuole, mentre in Prefettura è iniziato puntuale il briefing istituzionale previsto prima del corteo. Riuniti a “casa” del prefetto Michele di Bari ci sono la presidente della Camera, Laura Boldrini, il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho e i vertici delle forze dell’ordine.
Sono diverse le presenze istituzionali. In corteo, oltre alla presidente Boldrini, ci sono il governatore calabrese Mario Oliverio, il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, il sindaco della città Giuseppe Falcomatà, il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho e i vertici delle forze dell’ordine. «Siamo qui per dare un segnale di vicinanza a una ragazza che per anni è stata abusata, per dirle che non è sola e per dire tre volte no: alla violenza, alla ‘ndrangheta, all’indifferenza. La violenza contro le donne non è un fatto privato è la violazione di diritti umani”, ha spiegato Boldrini.
«Ai ragazzi bisogna dire di difendere i propri diritti a qualunque costo, bisogna insegnare a difendere la propria libertà e lo Stato deve essere con loro in questa battaglia». Lo ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. È da poco arrivata anche la ministra per le Pari opportunità Maria Elena Boschi.
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OLIVERIO «Il giorno dell’arresto dei responsabili delle violenze di melito ho annunciato questa iniziativa non senza sollevare polemiche. L’ho fatto perché da questa terra partisse un messaggio forte, mai più indifferenza, mai più violenza, mai più omertà», ha detto il governatore Oliverio. «Dalla terra che è stata sfregiato dalla presenza mafiosa – ha aggiunto –, dallo Stretto vogliamo far partire un messaggio per il Paese: la Calabria non si piega. Da questa manifestazione partirà un programma che coinvolgerà le scuole perché il più grande investimento per combattere la violenza è puntare sulle scuole. Questa è una battaglia di civiltà. Proprio in Calabria un progetto come questo si coniuga con il riscatto della Calabria. È un lievito per far crescere la calabria che vuole riscattarsi, dobbiamo essere orgogliosi di essere calabresi, figli di una terra che è fatta di riscatto».
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FALCOMATÀ Il sindaco Falcomatà ha ringraziato i ragazzi che hanno aderito alla manifestazione «perché siete voi i medici migliori di questa terra, perché i vostri sorrisi sono la migliore risposta a chi dice che questa è una terra senza speranza. Guai a chi dice che questa è una passerella per scaricarli la coscienza. In questa terra bisogna prendere posizione sempre. E io invito i ragazzi a continuare a prendere posizione, a decidere cosa voler difendere, perché dobbiamo difendere la bellezza. Istituzioni e cittadini devono imparare a rivendicare il diritto alla tenerezza. Il mostro non dorme sotto il letto ma spesso accanto a noi. Questa città deve imparare a difendersi da se stessa, ma ha anche le energie per combattere i suoi nemici».
«Lo Stato qui c’è. Oggi qui ci sono tutti i magistrati di Reggio Calabria, tanti uomini e donne in divisa per dire no alla ‘ndrangheta, no al malaffare, no alla violenza». Lo ha detto il prefetto di Reggio, Michele Di Bari, parlando alle persone intervenute alla manifestazione. «Lo Stato qui c’è – ha proseguito di Bari – nella scuola che forgia, nelle associazioni e nei centri antiviolenza zampa. Voglio ricordare che l’anno scorso è stato firmato un protocollo contro la violenza sulle donne che permetta di avere i mezzi alle vittime di ricostruire la propria vita. Simone de Beauvoir diceva che “in ogni lacrima indugia una speranza”. E questa piazza fa sperare che sia così».
«La violenza non è un fatto privato ma una violazione di diritti umani», ha detto ancora Boldrini. «Ogni violenza – ha continuato – ferisce ognuna di noi e il paese è ferito. Voglio dire ai ragazzi da questo palco: isolate i violenti, non confondetevi con loro. E ai violenti voglio dire smettetela, non vincerete. Rassegnatevi, noi non rinunceremo mai alla nostra libertà. A Melito è accaduta una tremenda violenza ai danni di una bambina».
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BOLDRINI «Mettetevi – ha proseguito Boldrini – per un solo minuto nei panni di quella bambina. Il branco si sentiva intoccabile perché c’era lo scudo del figlio del boss, quindi tutto era possibile. Ecco perché per la bambina è stato così difficile denunciare. Per questo, per dire no alla ‘ndrangheta cittadini e istituzioni oggi dovevamo essere qui. A quella bambina, oggi ragazza, io voglio dire non avere paura perché noi ci siamo. Per te oggi vogliamo dire tre no: no alla ‘ndrangheta, no alla violenza, no all’indifferenza. Io continuerò a seguire questo territorio».
«È bello essere così in tanti insieme. Insieme vogliamo continuare dividere una responsabilità, quella di dire no alla violenza sulle donne». Lo ha detto la ministra Maria Elena Boschi, partecipando alla manifestazione contro le violenze di genere indetta dalla Regione Calabria dopo i fatti di Melito Porto Salvo. «Nell’81 – ha proseguito Boschi – siamo arrivati a cancellare la norma sul diritto d’onore grazie a Franca Viola, che ha avuto il coraggio si dire no al matrimonio riparatore. In questo modo rese possibile il processo e la condanna del suo stupratore. Grazie al coraggio di quella ragazza, di quella donna, oggi siamo qui. Però ancora oggi una donna violentata viene definita una disonorata. Ma non è vero. È chi stupra che è senza onore e che si deve vergognare». «Tuttavia – ha proseguito Boschi – ancora si ha paura di denunciare perché temono di essere isolate. E allora dobbiamo dire grazie a chi denuncia. La battaglia contro la violenza sulle donne non è una battaglia solo delle donne, ma di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Ci impegnamo a essere qui nei giorni, nelle settimane e nei mesi successivi. Ma abbiamo bisogno che cambi la mentalità di tutti noi. Ancora c’è chi pensa che se l’è andata a cercare. Non esiste una donna che ami essere umiliata, che ami essere offesa o che voglia essere violentata. È fondamentale lo sdegno prima una realtà che non ci piace, ma ci vuole coraggio. Insieme lo avremo».

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BINDI «Siamo qui per ricordare una bambina a cui è stato rubato il diritto anche ad usare il suo nome, a stare a casa sua, a vivere forse il momento più belli della vita, quando non sei più bambina e non ancora donna». Lo ha detto la presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, intervenendo alla manifestazione contro le violenze di genere indetta dalla Regione Calabria dopo i fatti di Melito Porto Salvo. «Non possiamo ignorare il contesto – ha aggiunto Bindi – in cui questo è avvenuto. Non possiamo ignorare che la violenza che è stata operata su questa bambina risente di un contesto forteme nte inquinato dalla presenza mafiosa. Il caso di questa bambina dimostra ancora una volta che la ‘ndrangheta, che è la holding piu’ potente di tutte le mafie, non ha alcun codice d’onore, non rispetta ne donne ne bambini. Se siamo qui oggi è non solo per denunciare tutto questo, ma anche per dire che le istituzioni sono vicine a questa terra, che non è territorio della ‘ndrangheta, ma un pezzo d’italia».

IRTO «Oggi a Reggio Calabria è stata scritta una pagina bellissima di impegno civile e sociale: una giornata contrassegnata da una grande partecipazione popolare e giovanile, che fa partire dal profondo Sud un messaggio chiaro: occorre avviare una nuova stagione dei diritti delle donne e di tutte le persone che subiscono violenza». Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, che aggiunge: «Insieme abbiamo gridato il nostro “no” alla violenza sulle donne e testimoniato l’impegno unitario delle istituzioni contro ogni forma di sopruso, di vessazione, di barbarie, di pregiudizio. Questa è la Calabria che ripudia il degrado e la mentalitaà mafiosa, questa è la Calabria libera».

a. c.

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