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Calabria Etica, i licenziamenti furono illegittimi

CATANZARO L’ente sub-regionale gli aveva chiuso le porte in faccia mesi prima che scadesse il loro contratto. Ora i 16 dipendenti mandati via dovranno essere risarciti. Brutte notizie per Calabria …

Pubblicato il: 26/10/2016 – 14:03
Calabria Etica, i licenziamenti furono illegittimi

CATANZARO L’ente sub-regionale gli aveva chiuso le porte in faccia mesi prima che scadesse il loro contratto. Ora i 16 dipendenti mandati via dovranno essere risarciti. Brutte notizie per Calabria Etica (e per la Regione) dal Tribunale del Lavoro di Catanzaro. Il giudice Riccardo Ionta, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Aurelio e Steve Chizzoniti, ha condannato l’ente, difeso dall’avvocato Orlando Mercurio, al pagamento nei confronti dei lavoratori estromessi di tutte le mensilità che avrebbero dovuto riscuotere fino alla conclusione del contratto, prevista per il 31 ottobre 2015. Non basta: la sentenza è stata trasmessa alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Catanzaro.
La vicenda – informa una nota di Aurelio Chizzoniti – trae origine dal repentino allontanamento di centinaia di operatori da Calabria Etica previo annullamento in autotutela degli atti prodotti sul presupposto «che la Regione Calabria non avesse prioritariamente autorizzato l’esecuzione dei progetti ai quali lavoravano i dipendenti improvvisamente “cacciati”. Ciò, nonostante il triplice parere negativo espresso dal Collegio dei revisori dei Conti che, per iscritto, aveva invano anticipato la soccombenza della Fondazione in caso di prevedibile contenzioso, invitando l’ente a percorrere itinerari processuali in sintonia con le garanzie del contraddittorio». Gli avvocati Aurelio e Steve Chizzoniti, non hanno esitato «a censurare duramente la legittimità della clausola contrattuale definita “contra ius” in virtù della quale, Calabria Etica non solo ha “sterilizzato” con largo anticipo un contratto di lavoro perfettamente valido e ancora in corso di esecuzione, ma, addirittura pretendeva di non pagare gli spaesatissimi collaboratori anche per i mesi da gennaio ad aprile 2015, durante i quali avevano regolarmente garantito le prestazioni fino a quando non è intervenuta l’anomala conclusione del rapporto scadente il 31 ottobre 2015».
I difensori hanno espresso grande soddisfazione poiché «la pronuncia del giovane magistrato Riccardo Ionta restituisce piena dignità ai lavoratori ricorrenti ma anche alle centinaia di colleghi degli stessi parimenti maltrattati solo ed esclusivamente perché i predetti avevano partecipato a una pubblica selezione bandita sotto l’imperio di organi regionali di diversa espressione cromatico-politica alla consultazione regionale del novembre 2014». Burocrazia (l’annullamento dei contratti) e politica (l’assunzione e il loro avvio) si mescolano. Ma il finale per le casse pubbliche è una tragedia. E i legali Chizzoniti si augurano che Corte dei conti e Procura intervengano al più presto.

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