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Processo "Acero", il pm: «Condanne per gli Aquino-Coluccio-Commisso»

REGGIO CALABRIA Sono pene pesanti quelle invocate dal pm Antonio De Bernardo per i 37 imputati del procedimento Acero che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Fra loro, c’è anche…

Pubblicato il: 09/11/2016 – 9:55
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Processo "Acero", il pm: «Condanne per gli Aquino-Coluccio-Commisso»

REGGIO CALABRIA Sono pene pesanti quelle invocate dal pm Antonio De Bernardo per i 37 imputati del procedimento Acero che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Fra loro, c’è anche Antonio Stefano, luogotenente degli Aquino-Coluccio, finito al centro dell’inchiesta che ha svelato l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Expo. Grazie a Stefano, gli uomini del clan sono riusciti a fagocitare una serie di società e imprese di costruzione, che – presumibilmente foraggiate con fondi provenienti dal traffico di droga – hanno finito per gestire materialmente la costruzione di piastra e padiglioni del sito Expo. Un’indagine ancora in corso, tanto a Milano – dove i magistrati indagano per associazione finalizzata alla corruzione – tanto a Reggio Calabria, dove contro molti degli indagati dell’inchiesta milanese si procede per reati di mafia. Nel frattempo, per Stefano è arrivata un’altra richiesta di condanna per mafia e altri reati nell’ambito del procedimento Acero. Per lui, il pm De Bernardo ha chiesto 20 anni di carcere. Medesima pena è stata invocata per Salvatore Coluccio, Giuseppe Coluccio, Francesco Commisso (cl. 56), Antonio Commisso (cl. 56), Carmelo Bruzzese, Angelo Figliomeni (cl. 62), Cosimo Figliomeni (cl. 65), Antonio Figliomeni e Domenico Ruso (cl. 45). Diciotto anni di carcere sono stati chiesti invece per Nicola Coluccio, Alfonso Condino, Vincenzo Crupi e Nicola Tassone, mentre è di 16 anni di detenzione la pena invocata per Domenico Aquino, Francesco Cannizzaro, Michele Mazza e Francesco Tavernese. Per il pm, dovrebbero essere invece condannati a 14 anni Luciano Bellamina, Stefano Pizzato e Marco Salvatore Tropeano, mentre è di 12 anni di carcere la pena chiesta per Giuseppe Crupi. È invece di 10 anni la condanna chiesta per Antonio Archinà, Domenico Barranca, Salvatore Barranca, Rocco Natale Crupi e Massimo Dalla Valle, mentre sono 6 gli anni di carcere invocati per Maria Teresa Commisso, Antonio Crupi, Francesco Crupi, Federico Ercolani, Giorgio Gullone, Susanna Ieraci, Michele Sorbara, Antonio Strangio (cl. 82), Giuseppe Strangio (cl. 79) e Christian Tassone.
Per l’accusa, sono tutti a vario titolo affiliati o vicini ai clan Aquino-Coluccio e Commisso, storiche famiglie di ‘ndrangheta che hanno scritto la storia del traffico di droga tra Locride e America Latina, ma nel tempo sono state in grado di mettere radici anche in Canada. Traffici e insediamenti ricostruiti dall’inchiesta, al pari dei business finanziati con i proventi dei traffici di droga. Affari diversi, che hanno infettato anche il mercato internazionale della floricoltura e della cioccolata di marca. Ad Amsterdam, i clan gestivano «un importante import-export» nel mercato internazionale dei fiori, con elementi della famiglia Crupi «saldamente radicati in quel settore merceologico».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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