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Al pronto soccorso di Cosenza le attese più lunghe d'Italia

COSENZA È un (triste) primato che la dice lunga su quanto sia ancora impervia la strada del ritorno alla normalità per la sanità calabrese. Prendete il caso del pronto soccorso dell’ospedale Annunzia…

Pubblicato il: 14/11/2016 – 11:22
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Al pronto soccorso di Cosenza le attese più lunghe d'Italia

COSENZA È un (triste) primato che la dice lunga su quanto sia ancora impervia la strada del ritorno alla normalità per la sanità calabrese. Prendete il caso del pronto soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza. Secondo i dati compilati da Agenas, ente che analizza il sistema sanitario nazionale per conto del ministero della Salute, in Italia esiste infatti almeno un pronto soccorso dove un quarto degli accessi totali si è protratto per oltre 24 ore consecutive. Il caso limite è proprio rappresentato dall’Annunziata di Cosenza, dove nel 2014 la permanenza del 23 per cento dei pazienti ha superato un’intera giornata. Una struttura non particolarmente piccola, dato che risultano circa 64 mila accessi al servizio di pronto soccorso: appena qualche migliaio in meno rispetto al Fatebenefratelli di Milano e più del San Camillo o del Gemelli di Roma. In nessun altro pronto soccorso italiano la permanenza dei pazienti è durata – in media – tanto a lungo. Ha senso dire che i pronto soccorso dove la permanenza del paziente è minore sono migliori degli altri? Certo, come si premura di sottolineare la stessa Agenas, «la completezza e qualità dei dati del sistema informativo dell’assistenza emergenza urgenza è in progressivo miglioramento, ma presenta ancora aspetti critici che ne limitano l’utilizzo e che richiedono cautela nell’esprimere giudizi di merito sulla qualità dei servizi di pronto soccorso».

agenas pronto soccorso

In ogni caso, quello di Cosenza è un dato sorprendente? Forse, ma non del tutto. Già, perché le condizioni in cui sono costretti a operare medici e infermieri del pronto soccorso cosentino sono di perenne emergenza. Quello dell’Annunziata è l’unico hub di una provincia che conta oltre 700 mila abitanti. Se a questo si aggiunge che la rete dei nuclei di cure primarie, pensata per evitare l’accesso al pronto soccorso di codici bianchi e verdi dunque, non imminente pericolo di vita), non è mai entrata in funzione, si può forse leggere meglio il dato venuto fuori dall’indagine condotta da Agenas. 
Prendano appunti il commissario Massimo Scura e il governatore Mario Oliverio. Più di ogni bega e di qualsiasi contrasto di natura politica, la vera sfida da vincere è quella di garantire ai calabresi il diritto a essere curati. In tempi rapidi. 

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