Unical, il rettore è senza maggioranza in Senato
ARCAVACATA Clima rovente e strappo che apre una crisi (l’ennesima) tra i cubi dell’Unical. Succede tutto nella giornata di venerdì nel corso della riunione del Senato accademico. Lo scontro tra il fr…

ARCAVACATA Clima rovente e strappo che apre una crisi (l’ennesima) tra i cubi dell’Unical. Succede tutto nella giornata di venerdì nel corso della riunione del Senato accademico. Lo scontro tra il fronte dei dissidenti e il Magnifico Gino Crisci si consuma sull’eventuale incremento della quota punti organico da assegnarsi ai dipartimenti e assegnazione della medesima relativamente al contingente assunzionale 2016. A far saltare la discussione sarebbe stato la decisione di accogliere la richiesta di votare secondo l’ordine di successione previsto dal regolamento d’ateneo, che recita testualmente: «Le proposte sono messe in votazione nel seguente ordine: emendamenti soppressivi, emendamenti modificativi, testo risultante». Era stato, infatti, chiesto di mettere ai voti un emendamento modificativo della proposta di delibera del rettore.
«Il rettore – si legge in una nota pubblicata su Mercurio, il sistema di newsletter interna dell’Unical – proponeva di votare soltanto un generico incremento della restituzione ai dipartimenti, lasciando del tutto indeterminata la percentuale della restituzione stessa, mentre era emersa chiaramente in aula la percezione che l’emendamento proposto (che portava la restituzione del budget dall’attuale 50% al 70% con previsione di una quota perequativa di almeno il 10% ai dipartimenti con minore rientro) avrebbe avuto la maggioranza dei voti dei presenti. Il rettore, peraltro, non ha addotto motivazione alcuna al suo diniego di votare l’incremento al 70%; si è limitato a ripetere alternativamente “decido io cosa mettere ai voti” e “non è opportuno dare indicazioni così dettagliate al cda” senza addurre alcun argomento di natura procedurale a sostegno della sua posizione di diniego. A questo punto, nove membri del Senato medesimo (i professori Greco, Massimo Migliori, Raffaele Perrelli, Franco Rubino, Claudia Stancati, Paolo Veltri e tre rappresentanti degli studenti) sono stati costretti, loro malgrado, ad abbandonare i lavori, facendo così mancare il numero legale».