BORDERLAND | «I Trapasso non hanno favorito la mia elezione»
CATANZARO Ha scelto di parlare nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Francesco Greco, vicesindaco di Cropani sospeso dalla carica dopo il suo arresto nell’operazione Borderland, condotta martedì…

CATANZARO Ha scelto di parlare nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Francesco Greco, vicesindaco di Cropani sospeso dalla carica dopo il suo arresto nell’operazione Borderland, condotta martedì dalla distrettuale di Catanzaro e dalla Squadra Mobile contro la cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro. L’indagato, finito agli arresti con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, perché avrebbe vinto le amministrative 2014 grazie all’appoggio del clan, ha respinto ogni accusa affermando di non avere chiesto l’aiuto dei Trapasso per arrivare in consiglio comunale. Dalla sua parte avrebbe portato anche un dato oggettivo, quello di essere stato l’ultimo degli eletti. Da parte del suo legale, Pietro Pitari, è stata avanzata richiesta di arresti domiciliari.
LE AMMINISTRATIVE 2014 Secondo il gip che ha redatto l’ordinanza di custodia cautelare dell’inchiesta Borderland, «non stupisce assolutamente che il devastante inquinamento mafioso del territorio del Comune di Cropani si sia risolto anche in un pesante condizionamento de voto elettorale delle consultazioni amministrative 25-26 maggio 2014». La richiesta di misura cautelare per Francesco Greco detto “Raffaele”, eletto e poi divenuto vicesindaco e assessore alle Attività produttive, alla Sanità, all’Agricoltura e Commercio, secondo il gip merita «totale accoglimento» poiché Greco verrebbe «”inchiodato” dal contenuto di più di una conversazione».
Tra queste vi è una conversazione risalente al 25 maggio 2014 in cui sul corso di Cropani si ritrovano a parlare un gruppo di persone tra le quali Greco e Roberto Cosco, braccio destro del capo clan Giovanni Trapasso. Cosco lamenta il fatto che il candidato “avversario” si fosse recato a casa dei suoi genitori per convincerli a votare per lui. Greco lo ammansisce: «Va bene quello ci prova». Ma l’interesse di Greco è rivolto al fatto che Leonardo “Nanà” Trapasso non fosse in città. Cosco lo rassicura: «È partito… domani arriva». E Greco: «Alla sfilata c’è… con la jeep sua mi metto davanti…».
Secondo il gip la conversazione dimostra come «il Greco Raffaele abbia seguito la campagna elettorale insieme al Cosco Roberto, il cui ruolo nella ‘ndrina Trapasso si è dimostrato ben noto nel territorio di Cropani – e non solo – e che si è occupato anche di persuadere alcuni elettori al voto con violenza e minaccia. Significativo è poi il proposito del Greco, certo della vittoria, di esultare alla maniera delle vittorie calcistiche, sulla jeep di Leonardo Trapasso».
Ma ancora più gravi, scrive il giudice, sono le affermazioni captate subito dopo le elezioni, a vittoria ormai intascata. Greco vuole la carica di vicesindaco e parlando col solito Cosco si sfoga: «Roberto… ci prendiamo il vicesindaco… lo dobbiamo prendere… altrimenti succede una guerra». Secondo il gip la conversazione confermerebbe che «questo era un obbiettivo della ‘ndrina». «Tu lo sai che io sono un amico vostro», è un’altra affermazione che convince il giudice della vicinanza di Greco al sodalizio.
Le indagini lambiscono anche la figura del sindaco di Cropani, Bruno Colosimo, che in più intercettazioni gli esponenti della cosca dimostrano di considerare il “loro” candidato, tanto che secondo il giudice per le indagini preliminari, «la vittoria della lista del sindaco Colosimo è avvertita come una vittoria della consorteria». Ma gli elementi per individuare un diretto coinvolgimento del primo cittadino non sono stati sufficienti a incriminarlo.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it