Assalto al caveau, bottino da 8 milioni in 20 minuti
CATANZARO Venti minuti per svuotare un caveau e portare via oltre otto milioni di euro. Venti minuti, non oltre, tanto da lasciare ancora del denaro all’interno della sede della Sicurtransport prima…

CATANZARO Venti minuti per svuotare un caveau e portare via oltre otto milioni di euro. Venti minuti, non oltre, tanto da lasciare ancora del denaro all’interno della sede della Sicurtransport prima di darsi alla fuga. Nel caveau c’erano altri 40 milioni di euro in contanti di cui i banditi non si sono potuti appropriare perché costretti a fuggire a causa dell’arrivo sul posto di alcune pattuglie della polizia di Stato. La squadra mobile di Catanzaro, che conduce le indagini, sta visionando le immagini riprese dalle telecamere del sistema di videosorveglianza della zona nel tentativo d’identificare i rapinatori.
Il tempo doveva essere stato ben calcolato dai malviventi – visto anche l’avvicinarsi delle volanti della polizia – che hanno abbandonato la zona industriale di San Floro seguendo il corso del fiume Corace. Sulle tracce della banda – costituita, a quanto pare, da 14 uomini – si sono messi gli agenti della squadra mobile di Catanzaro che oggi hanno rintracciato due auto abbandonate nel letto del fiume, una Y10 e una Alfa 147. Sale a 13, dunque, il numero delle auto usate dai rapinatori, tutte rubate.
Undici di queste erano state usate per essere date alle fiamme in mezzo alla strada e impedire l’accesso alle forze dell’ordine. Gli investigatori hanno potuto appurare che le macchine provengono da altre province. E questo dato non fa che acuire l’interrogativo sulla provenienza della banda e su quali complici abbia potuto contare sul territorio. Un colpo congegnato con cura, nella notte tra domenica e lunedì mentre si procedeva allo spoglio delle schede per il referendum. Un’attenta conoscenza del territorio e delle vie di fuga. La preparazione preventiva effettuata con la distruzione di una cabina telefonica per impedire che il sistema di sicurezza della ditta comunicasse l’allarme e una centralina per disturbare le frequenze radio delle forze dell’ordine. Poi i chiodi sulla strada e le auto bruciate. E, se fosse stato necessario, gli uomini, col volto travisato, erano anche armati con fucili automatici. Poi, con una ruspa dotata di martello demolitore, i ladri hanno praticato un foro nel punto esatto in cui si trovava il caveau. Niente è stato lasciato al caso, il piano è stato evidentemente studiato nel tempo. Ma il colpo “perfetto” potrebbe avere lasciato delle tracce e su queste gli investigatori, che stanno lavorando senza sosta e nel più stretto riserbo, apriranno una breccia.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it