REGGIO CALABRIA La Calabria resta sempre più isolata dal resto del Paese e patisce una riduzione drastica del trasporto su rotaia. Ben oltre un quarto delle tratte ferroviarie della regione in cinque anni sono sparite nel nulla ma nonostante ciò contestualmente le tariffe sono salite vorticosamente. Registrando in questo lasso di tempo aumenti del 20 per cento. Sono solo alcuni dei dati che emergono da “Pendolaria 2016” il report stilato da Legambiente sullo stato di salute del trasporto ferroviario in Italia. Con la prospettiva vista dal popolo dei pendolari. Ebbene questo nuovo rapporto restituisce una fotografia disarmante della situazione. Con quel primo dato in cui emerge con cristallina evidenza un contrasto stridente: meno servizi, più costi. Stando ai numeri forniti, in regione circolano 335 corse giornaliere: Ferrovie della Calabria 162, Trenitalia 173.E i disagi per pendolari per affrontare alcune di queste tratte crescono anno dopo anno sempre di più.
Tabella dei tagli ed aumenti tariffari
Legambiente 2016. *Le corse effettuate da FAL riguardano la Regione Basilicata e la Regione Puglia. |
Età media del materiale rotabile per regione
Legambiente 2016 Nota: rispetto allo scorso anno i revamping di treni e carrozze sono stati inclusi nella media delle regioni. *La flotta Trenitalia in Toscana include alcuni convogli assegnati ad altre Regioni. |
CALABRIA NELLA TOP TEN Ma il quadro desolante in cui versa il trasporto pubblico su rotaia calabrese non si arresta qui. Secondo il focus realizzato dagli analisti del Cigno nero, la Calabria occupa il terzo posto per la scarsa qualità del servizio. Un primato che consegue per la tratta Reggio Calabria-Taranto. Nel rapporto che valuta alcuni criteri oggettivi (le proteste degli utenti per i problemi di ritardi e tagli dei treni, la tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per età, la carenza di orari adatti per l’utenza pendolare, la frequenza dei convogli, la condizione delle stazioni), la linea jonica raggiunge un’altissima percentuale di dati negativi.
Eppure la Reggio Calabria-Taranto potrebbe rappresentare la spina dorsale dei collegamenti tra le diverse regioni, i centri turistici e i porti, garantire un servizio di qualità per studenti, turisti, lavoratori. «Ed invece – denunciano gli ambientalisti – la linea Jonica che collega Taranto e Reggio Calabria, tre regioni e tanti centri portuali e turistici è in uno stato di degrado incredibile, con tagli ai collegamenti e una situazione mortificante per i pendolari».
Nella fotografia scattata a seguito dell’attivazione del nuovo orario ferroviario in questa tratta vi saranno solo 4 collegamenti al giorno (di cui un solo Intercity diretto con oltre 7 ore di viaggio) e il treno più veloce impiega 6 ore e 15 minuti, con tre cambi a Paola, Castiglione Cosentino, Sibari. Non solo. Per il pendolare affrontare
questa tratta si trasformerebbe in una vera e propria avventura. Visto che a Sibari la linea ferroviaria è stata soppressa per cui si continua in pullman. Così, stando a quanto emerso dal report, i pullman per coprire questo percorso divengono più competitivi: ad esempio partendo da Villa San Giovanni, impiegano 5 ore e 45 minuti.
I NUMERI DEI TAGLI SULLA JONICA La Reggio-Taranto, secondo Legambiente, resterebbe comunque una tratta con enormi potenzialità: i 470 km lungo la costa coprono un enorme bacino di utenza, pari a più della metà della popolazione calabrese. «Purtroppo la linea continua a vedere ennesimi assurdi tagli al servizio – segnalano – pari al 20% dal 2010, con la cancellazione di 2 intercity, 4 intercity notte, 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2 treni interregionali».
«Continuiamo ad assistere – denunciano nel report gli ambientalisti – da parte del Governo e delle Regioni all’assenza di qualsiasi idea di rilancio, che porta di fatto all’abbandono della linea jonica a vantaggio del trasporto attraverso pullman con investimenti stradali. La linea è a binario unico, ma l’obiettivo non deve essere solo il raddoppio (perché si può aumentare enormemente il numero di treni senza problemi) ma l’elettrificazione (oggi presente solo tra Taranto e Sibari) e il potenziamento del servizio con nuovi collegamenti e moderni treni, come dovrebbe essere scontato in un Paese europeo».
Ma c’è un altro dato negativo fotografato nel report: il taglio di 20 milioni di euro della Regione Calabria, a partire dalla metà del 2014, ha portato alla soppressione di altri treni regionali tra Reggio Calabria e Metaponto.
L’unico elemento positivo è che da quest’anno va meglio tra Sibari e Catanzaro «con l’introduzione di 2 nuovi treni Swing diretti, ma la condizione dei pendolari su questa linea storica rimane critica e l’offerta inadeguata, anche a causa di una infrastruttura che necessita di un drastico ammodernamento».
TRENI VECCHI E SCARSI SERVIZI L’ultimo dato negativo che interessa la Calabria è l’età del parco macchine: in media i treni circolanti hanno 22,1 anni. Con un elemento ancor più desolante, gran parte di questi convogli ha oltre 15 anni di servizio (71,3%). Ed è sempre la tratta jonica ad avere la maglia nera per i disservizi causati dalla vetustà dei treni. Stando a quanto scritto dal rapporto, «sia che si tratti di convogli gestiti da Trenitalia sia per quelli di Ferrovie della Calabria, si vedono circolare treni (circa 120 in tutto) che aggravano la già difficile situazione del servizio, creando molto spesso ritardi a causa di porte guaste». Senza contare per ultime il pessimo livello di comfort per i pendolari vista l’assenza di climatizzatori nella grande maggioranza delle carrozze e dei guasti molto frequenti anche ai servizi igienici. Numeri dunque che allontanano la nostra regione non solo metaforicamente dal resto del Paese.
Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it
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