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ReggioNonTace torna in piazza per "riprendersi la città"

REGGIO CALABRIA È tornato in piazza il Movimento Reggio non tace. Come ogni 3 gennaio, attivisti e simpatizzati hanno sfilato per le vie cittadine per ricordare il momento in cui Reggio Calabria ha i…

Pubblicato il: 03/01/2017 – 22:42
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ReggioNonTace torna in piazza per "riprendersi la città"

REGGIO CALABRIA È tornato in piazza il Movimento Reggio non tace. Come ogni 3 gennaio, attivisti e simpatizzati hanno sfilato per le vie cittadine per ricordare il momento in cui Reggio Calabria ha iniziato a ribellarsi, rispondendo con una manifestazione spontanea all’ennesima bomba piazzata nel cuore della città. Da allora, sono passati 7 anni. L’indignazione dell’epoca si è affievolita, come l’attenzione – anche istituzionale – alla testarda manifestazione. Scorte e gonfaloni sono spariti, insieme alle fasce tricolori, ai politici o aspiranti tali. Delle istituzioni in piazza, c’è solo l’assessore Angela Marcianò, che all’appuntamento ha voluto partecipare a titolo personale. È rimasta in fondo alla piazza, ad ascoltare attenta gli interventi insieme a cittadini e curiosi.
In testa al corteo e sul palco a piazza Camagna, c’erano invece gli attivisti di Reggio Non Tace che oggi come sette anni fa hanno chiesto ai reggini di ribellarsi e di riprendere in mano la città. Un appello scritto sui volantini distribuiti fra i passanti impegnati nelle “vasche” serali sul corso Garibaldi e a grandi lettere sui cartelli che i manifestanti hanno indossato, ma è stato anche scandito come un mantra nel corso degli interventi. Un appello urgente.
Per il prossimo 11 gennaio è convocata l’assemblea civica che per mesi il movimento Reggio non tace ha chiesto a gran voce. «Se non ci andiamo – ha detto padre Giovanni Ladiana, figura carismatica di Rnt – noi siamo responsabili del non cambiamento. Chi non verrà a questa assemblea sceglierà di vivere in questa città da estraneo. E questo significa permettere ai delinquenti, a chi beneficia delle connivenze di continuare a comportarsi da padroni». Parole pesanti, che vogliono scuotere le coscienze. Anche se sono poche quelle scese in piazza. «Anche se non siamo molti qui – dice padre Ladiana – abbiamo il dovere di parlare con la gente, con i giovani, spiegare il valore e il significato di questa assemblea. Partecipare significa obbligare il Comune a discutere di quello che noi riteniamo importante discutere e approvare quello che noi riteniamo importante che venga approvato. Ma per questo è necessaria la partecipazione». Esattamente quella che ha fatto sì che Angela Marcianò non fosse estromessa dalla Giunta nonostante i noti mal di pancia al riguardo dell’Amministrazione e ha permesso al sindaco Domenico Lucano di rimanere al suo posto e resistere alla campagna denigratoria che una mano anonima ha montato nell’ombra. Esattamente – tuona padre Ladiana – quella che serve a Reggio Calabria. «Partecipare a quella assemblea significa che tocca a noi. E se non tocca a noi – conclude il religioso – significa che stiamo diventando come quella massa di delinquenti che ci guadagna da silenzi e connivenze».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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