Le opere di Zinelli e Canemorto ad Altrove
CATANZARO A chiusura di un anno molto intenso, “Altrove” – già marchio del noto festival di arte urbana che vanta numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali – fino al 21 gennaio nei propri sp…

CATANZARO A chiusura di un anno molto intenso, “Altrove” – già marchio del noto festival di arte urbana che vanta numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali – fino al 21 gennaio nei propri spazi espositivi, a Catanzaro, presenta una nuova importante mostra. “Carlo Giallo su sfondo di tre cani” mette insieme per la prima volta alcune delle opere più significative di Carlo Zinelli e Canemorto, personalità artistiche le cui produzioni, seppur lontane nel tempo, appaiono accomunate dallo stesso spirito.
Carlo Zinelli era un uomo comune nato in provincia. Fu l’orrore delle guerre in Spagna prima e in Grecia poi a farlo delirare e divenire un semplice schizofrenico ospite, tra i tanti, dell’ospedale psichiatrico di Verona. Nel ’53, dopo 12 anni dal suo primo internamento, chiuso nel salone del quinto e ultimo padiglione destinato ai casi irrecuperabili, prese un pezzo di mattone e cominciò a dipingere. Graffiti che irrompono e stravolgono i percorsi personali per poi segnare la storia: i suoi disegni arrivarono a Parigi da Jean Dubuffet, che in quegli anni teorizzava l’art non-culturelle, brut, e successivamente ad André Breton che ne rimase affascinato. Carlo, svincolato da tutte le logiche di arte e di pensiero del tempo, aldilà della sua invalicabile barriera mantiene la libertà di definire il suo intuito, trova una serialità e un’evoluzione stilistica che si rivelerà unica in quella collezione di disegni che la Compagnie de l’Art Brut aveva accumulato fino a quel momento.
Lontano dai linguaggi del suo tempo e fortemente innovativo, Canemorto è un collettivo artistico brutale e irriverente, un segno che rompe con l’attuale e si riallaccia a quella generazione per proporre e spingere, oggi, una contro-cultura estremamente colta, critica e contemporanea. Un’antiestetica necessaria nello spazio di tutti, violentato dalla sovraproduzione di bellezza istantanea. Una ricerca autentica che esalta il gesto e il suo tempo pittorico, in un immaginario onirico ricco di personaggi malvagi e divinità oscure.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it