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«Zoccali era il Richelieu di Reggio»

REGGIO CALABRIA Un esercito di pupi di cui lui stesso ha fatto parte. Così Alberto Sarra, ex sottosegretario regionale e per decenni ombra dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, definisce la c…

Pubblicato il: 14/01/2017 – 20:31
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«Zoccali era il Richelieu di Reggio»

REGGIO CALABRIA Un esercito di pupi di cui lui stesso ha fatto parte. Così Alberto Sarra, ex sottosegretario regionale e per decenni ombra dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, definisce la classe politica reggina. A manovrarlo – racconta l’ex politico negli interrogatori dell’estate scorsa oggi finiti agli atti dell’inchiesta Gotha – Paolo Romeo, che nonostante un processo per concorso esterno che di lì a poco si sarebbe trasformato in una condanna, fin dalla fine degli anni Novanta è stato il vero regista di candidature e carriere politiche.

UN MONDO DEVIATO «Che lui (Paolo Romeo, ndr) abbia i rapporti con tutte queste persone, che sono rapporti sui quali lui incide, io questo lo posso testimoniare – sottolinea Sarra – perché ero alla Provincia e lui aveva rapporti con Pirilli e aveva degli spazi all’interno dell’amministrazione provinciale. Che lui avesse dei rapporti con Valentino (l’ex sottosegretario alla Giustizia, ndr), io lo posso testimoniare perché mi risulta ed erano i rapporti anche in cui lui gli indicava, incideva, esprimeva, dava indicazioni. Paolo Romeo è l’anello di congiunzione tra un mondo deviato».

CAPO PROMOTORE Un mondo che Sarra conosce bene e di cui è stato parte fondamentale. Per il pm Giuseppe Lombardo, che ha coordinato l’inchiesta Mammasantissima, oggi divenuta colonna vertebrale del procedimento Gotha, è proprio all’ex sottosegretario che Paolo Romeo, vertice della cupola segreta della ‘ndrangheta e in tale veste eminenza grigia della politica reggina e non solo, ha delegato il compito di gestire negli anni la figura di Giuseppe Scopelliti. Un «cane di mandria» – a detta di Romeo – da utilizzare per entrare dalla porta principale nelle istituzioni e che negli anni sarebbe stato guidato da Alberto Sarra. Una responsabilità che per l’ex politico ha significato un’imputazione da «capo promotore» della struttura riservata della riservata della ‘ndrangheta, ma che lui – fin dai primi interrogatori – ha tentato di respingere con forza. Puntando il dito su Franco Zoccali, ex city manager del Comune di Reggio Calabria con Scopelliti sindaco, poi transitato al suo seguito in Regione.

ZOCCALI, IN QUOTA ROMEO A detta di Sarra, Zoccali «è la figura fondamentale perché è quello che fa da… collegamento… sia politico sia altro». Una definizione sibillina, che l’ex sottosegretario tenta di spiegare ripercorrendo la storia politica dell’ex potentissimo city manager del Comune di Reggio Calabria. «1994 Giunta Pirilli. Io sono in Giunta con Zoccali che viene da eh… nominato in quota Paolo Romeo all’interno della Giunta Provinciale presieduta da Pirilli, dopodiché dopodiché eh… lui viene eh… inserito, ’94 .. ’95 Scopelliti diventa Presidente del Consiglio Regionale, nella struttura della Regione per cui contestualmente svolge il ruolo di Assessore e quello di Consulente… diciamo aveva un ruolo all’interno del Consiglio Regionale». Una doppia funzione che termina nel ’98, quando Pirilli perde le elezioni e il suo ex assessore Zoccali «nel 2000 quindi rimane soltanto nel ruolo, quel punto assolutizza il ruolo di eh…di consulente regionale». E questo a detta di Sarra ha un significato molto preciso «direttamente collegato con Scopelliti». E da allora, non si sono mai separati.

«NON LO CONSIDERAVA MOLTO ACUTO» Motivo? Per Sarra, molto dipende dalla diversa considerazione che Paolo Romeo avesse dei due. Il rapporto con Scopelliti era «un fiume carsico». Nonostante ne appoggiasse le avventure politiche, «Romeo di fatto eh… non è che avesse una considerazione (..) che fosse un’intelligenza straordinaria una persona molto acuta, cioè capace di profondità dal punto di vi… parliamo sempre da un punto di vista politico eh? … cose di… lettura degli avvenimenti politici… di… capacità da questo punto di vista». Per Romeo, Zoccali invece era di un’altra pasta.

IL RICHELIEU DI REGGIO «La considerazione su Zoccali – spiega Sarra – era diversa… cioè di persona molto eh… capace da questo punto di vista anche al limite dell’essere cinico eh… molto… così freddo nella gestione». Per questo – continua – diventa una figura di «grandissimo peso», «una sorta di alter ego». Il suo unico problema era non avere voti. «Dal punto di vista elettorale non era uno che aveva grande… cioè non entrava nel cuore della gente. In fondo loro sono stati sempre complementari da questo punto di vista… Scopelliti capace di attrarre grandi consensi… Zoccali era… lo chiamavano Richelieu». Ecco perché – dice chiaramente – «è la figura fondamentale in questo contesto». Ecco perché Scopelliti non se ne separa mai. Ed anche Zoccali – dice chiaramente Sarra – era un uomo dell’entourage di Romeo.

L’AVVENTURA EUROPEA DI PIRILLI E IL RUOLO DI VALENTINO Ma non è l’unico. Così come Scopelliti non sarebbe l’unico politico ad aver beneficiato delle trame di Romeo per affermarsi. È successo anche ad Umberto Pirilli, spedito in Europa grazie a manovre studiate in riva allo Stretto, con il fondamentale apporto di Giuseppe Valentino, nei primi anni Duemila sottosegretario alla Giustizia e fra i principali interlocutori di Paolo Romeo a Roma. Un politico di peso, già in passato intercettato nello studio di Romeo a discutere di assetti istituzionali e per questo indagato e poi prosciolto. Adesso però è Sarra a chiarire agli inquirenti il significato di quelle chiacchierate, come delle strategie elettorali disegnate dai due. Che potrebbero tornare ad avere rilevanza penale.

UN ACCORDO NAZIONALE «La candidatura di Pirilli è una cosa che non è così scontata – spiega Sarra al pm Lombardo che lo interroga – Passa da una scelta che non è locale. Il problema è che viene fatta un’abbinata a livello nazionale. Pirilli non vince in Calabria. Tanto per essere chiari. Pirilli vince in Campania, dove prende oltre 10.000 voti». Un risultato – aggiunge l’ex sottosegretario – possibile grazie «all’accordo tra la componente di Matteoli e quella di Alemanno e Storace». Ma anche quest’accordo sarebbe stato il frutto di decisioni prese nello studio di Paolo Romeo. «È lui che ha fatto pressione su … Valentino che a sua volta ha fatto pressione su Fini per la candidatura di Pirilli». E per l’allora numero uno di Alleanza nazionale, Valentino era una garanzia, «aveva il rapporto con Fini diretto allora!».

FIGURE SOVRAORDINATE Perché tanto impegno? Il motivo Sarra prova – a modo suo – a spiegarlo. «Allora io da giovane entro alla Provincia, i rapporti che vedo inizialmente con Romeo, partono anche con Pirilli. Pirilli-Valentino. Per me queste erano persone sovraordinate, per usare i suoi termini e cose.. Pirilli e Romeo avevano una base comune, che veniva da un certo mondo della destra». Ma attenzione – ci tiene a sottolineare Sarra – «Romeo utilizza i momenti. Infatti ci sono le intercettazioni con De Stefano, l’avvocato: «Vediamo chi vince, poi ci spostiamo».

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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