GIOIA TAURO Passa la prova della convalida l’inchiesta Provvidenza, eseguita il 26 gennaio scorso contro 33 uomini del clan Piromalli. I giudici di Palmi e Milano hanno confermato la quasi totalità delle misure cautelari fatta eccezione del provvedimento emesso a carico di Antonino Pietro Sciacca, di 91 anni, Annunziata Sciacca, e Francesco Arcuri, mentre sono stati disposti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, quando il dispositivo sarà disponibile, Girolamo Mazzaferro, di 82 anni, Teodoro Mazzaferro, di 79, e Paolo D’Elia, di 88 anni.
Diretta dai pm Roberto Di Palma, Luca Miceli, Matteo Centini e Giulia Pantano, con il coordinamento del procuratore aggiunto Gaetano Paci, l’inchiesta Provvidenza ha fatto luce sull’impero economico del clan Piromalli, storico casato di ‘ndrangheta in grado di evolversi, sfruttando nuovissimi canali business, senza rinunciare alle proprie solide radici a Gioia Tauro. Al centro dell’inchiesta, Antonio Piromalli, 44enne figlio del boss Pino Facciazza, trasferitosi a Milano per ordine del padre con l’obiettivo di allontanarsi strategicamente dal radar degli inquirenti e degli altri clan. Sotto la Madonnina, il rampollo dei Piromalli ha costruito un impero finanziario che si estendeva a Est fino a Timisoara ed Oarja, lungo le rotte commerciali degli agrumi, e ad Ovest fino agli scaffali statunitensi dei Walmart, la più grande rete della distribuzione alimentare al dettaglio, e dei Costco, il gigante dell’ingrosso a stelle e strisce. Grazie ad una galassia di società intestate a prestanome, ma che di fatto governava, Antonio Piromalli gestiva un impero in grado di investire nei più diversi settori commerciali. Quarantaquattro anni, faccia pulita e anonima, una cravatta all’occorrenza e la consapevolezza di amministrare un impero, il rampollo dei Piromalli aveva messo le mani sul mercato ortofrutticolo, sull’edilizia, sulla distribuzione alimentare, sul turismo, sui grandi centri commerciali, sull’abbigliamento. Interessi diversi che il rampollo dei Piromalli, insieme al cognato e luogotenente Francesco Cordì, ha saputo distribuire fra cognati e fedelissimi.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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