REGGIO CALABRIA Uno spiraglio sulla complessa vicenda della realizzazione dei due ospedali calabresi della Piana e della Sibaritide sembra essersi aperto. La Procura della Repubblica di Catania ha chiesto il dissequestro della Tecnis, l’azienda che ha vinto l’appalto per realizzare i due nosocomi e finita un anno fa al centro dell’inchiesta coordinata dalla Dda siciliana per presunti legami con le cosche catanesi.
La notizia, ripresa da Gazzetta del Sud, è stata diffusa dalla stessa amministrazione giudiziaria a cui – dopo il sequestro della ditta e delle azienda collegate – era stata affidata la gestione del colosso siciliano degli appalti pubblici.
Un altro passaggio importante dopo la decisione di revocare l’interdittiva antimafia alla società lungo la strada che dovrebbe consentire l’avvio dei lavori dei due ospedali calabresi molto attesi e il cui iter per la realizzazione è stato caratterizzato da una sorta di via crucis legato proprio alle sorti della società appaltatrice delle opere.
Dopo l’aggiudicazione dell’appalto importante per oltre 143 milioni, nel 2012 ci fu la firma con il raggruppamento di cui Tecnis era capofila. Solo due anni dopo, nel 2014, avvenne il contratto di affidamento dei lavori sospeso per la sopraggiunta interdittiva antimafia comminata alla società successivamente revocato dalla Prefettura di Catania. Ora la notizia della richiesta del dissequestro dei beni e con la possibile rapida ripresa della piena operatività della società catanese.
Aspetti che fanno ben sperare su un accelerazione anche sull’avvio dell’iter per la realizzazione dei due ospedali che dovrebbero sorgere a Palmi e nella Sibaritide. Anche se su questo punto non esistono ancora certezze sui tempi dell’apertura dei primi cantieri.
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