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Processo "Acheruntia", Ranaldi: «Nessuna pressione da Gencarelli»

COSENZA «Non avrei rilasciato una seconda autorizzazione per il taglio di alcuni alberi se non ci fossero state precise indicazioni». Lo ha detto l’architetto Annunziata Ranaldi ai giudici del Tribun…

Pubblicato il: 09/02/2017 – 12:32
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Processo "Acheruntia", Ranaldi: «Nessuna pressione da Gencarelli»

COSENZA «Non avrei rilasciato una seconda autorizzazione per il taglio di alcuni alberi se non ci fossero state precise indicazioni». Lo ha detto l’architetto Annunziata Ranaldi ai giudici del Tribunale di Cosenza in una nuova udienza del processo “Acheruntia” per gli indagati per i quali la Dda di Catanzaro ha disposto il giudizio immediato. Sul banco degli imputati ci sono l’ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, Giampaolo Ferraro e Giuseppe Perri, ritenuto dagli inquirenti il reggente della cosca sul territorio acrese
Si tratta dell’inchiesta della Procura antimafia che nel luglio del 2015 ha provocato un terremoto politico ad Acri. Tra le persone coinvolte anche l’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra (per il quale nel corso dell’udienza preliminare a Catanzaro è stato chiesto il rinvio a giudizio).
Il collegio del Tribunale di Cosenza (presidente Enrico Di Dedda), giovedì mattina, ha ascoltato due testimoni della Procura. Che hanno ammesso parzialmente quanto invece dichiarato in sede di indagini preliminari. In particolare, l’architetto Ranaldi – che all’ epoca dei fatti era responsabile del settore Patrimoni ed espropri del Comune di Acri – ha riferito ai giudici in merito a episodi specifici che facevano riferimento ad alcune autorizzazioni per il taglio di alberi.
«Gencarelli – ha detto l’architetto – mi aveva chiesto di procedere al rilascio delle autorizzazioni per il taglio delle piante». Il pm della Dda Pierpaolo Bruni ha evidenziato alcune discrasie rispetto a quanto rilasciato nel verbale di indagini in cui parlava di pressione.
L’architetto, oggi in udienza, ha precisato che non sarebbe stata disposta a rilasciare autorizzazioni ma ha ribadito più volte che non ha mai avuto minacce da Gencarelli o pressioni, ma ha parlato di presenze e indicazioni date nel rilascio di quelle autorizzazioni. Alcune contraddizioni sono emerse anche nella deposizione di Carmine Pedace, titolare di una ditta che ha specificato di non aver mai ricevuto minacce o pressioni di Gencarelli e di non aver mai consegnato somme di denaro ad Angelo Gencarelli per l’aggiudicazione dei lavori. La difesa di Gencarelli (gli avvocati Antonio Quintieri e Matteo Cristiani) hanno chiesto al collegio una revoca della misura cautelare in carcere e la richiesta dei domiciliari per Gencarelli per motivi di salute. Il pm ha espresso parere negativo, mentre il collegio si è riservato la decisione. Il processo è stato aggiornato al prossimo 9 marzo.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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