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"Acheruntia", un testimone: «Per i lavori dovevo pagare percentuale a Gencarelli»

COSENZA «La forza intimidatoria di Gencarelli era dovuta alle sue frequentazioni». Lo ha detto ai giudici del Tribunale di Cosenza Umile Viteritti una delle parti offese nel processo “Acheruntia”, il…

Pubblicato il: 09/03/2017 – 11:35
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"Acheruntia", un testimone: «Per i lavori dovevo pagare percentuale a Gencarelli»

COSENZA «La forza intimidatoria di Gencarelli era dovuta alle sue frequentazioni». Lo ha detto ai giudici del Tribunale di Cosenza Umile Viteritti una delle parti offese nel processo “Acheruntia”, il procedimento che si sta svolgendo per gli indagati per i quali la Dda di Catanzaro ha disposto il giudizio immediato. Sul banco degli imputati ci sono l’ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, Giampaolo Ferraro e Giuseppe Perri, ritenuto dagli inquirenti il reggente della cosca sul territorio acrese
Si tratta dell’inchiesta della Procura antimafia che nel luglio del 2015 ha provocato un terremoto politico ad Acri. Tra le persone coinvolte anche l’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra.
Il collegio del Tribunale di Cosenza (presidente Enrico Di Dedda), giovedì mattina, ha ascoltato Viteritti che assieme alla moglie gestiva una ditta che si doveva occupare – all’epoca dei fatti – dei lavori del secondo lotto ad Acri. Viteritti, rispondendo alle domande del pubblico ministero della Dda Pierpaolo Bruni, ha riferito anche sulle frequentazioni di Gencarelli e dei rapporti con alcuni presunti esponenti della criminalità organizzata dominante ad Acri. Il teste ha raccontato che aveva ottenuto di fare dei lavori in subappalto da Luigino Terranova e che poi Terranova lo estromise dai lavori perché – a suo dire – non avrebbe “obbedito” alle richieste di Angelo Gencarelli.
A lui venne chiesto da Gencarelli – ha riferito ai giudici – che se voleva fare i lavori doveva dare una percentuale». Nel dicembre 2010 c’è stata una intensa nevicata. «Nessuno è venuto a togliere via la neve – ha detto Viteritti – avevo mia moglie malata gravemente. Ho contattato il Comune e il secondo giorno è venuto Angelo Ferraro: ma il mio tratto di strada non è stato pulito. Così ho richiamato di nuovo al Comune. Sapevo che Ferraro aveva avuto l’appalto. Io sapevo che lui aveva una ditta idraulica e che non aveva mezzi pesanti. Ho pensato che siccome non sono stato al suo gioco Angelo Gencarelli non mi voleva far lavorare. L’ho pensato io ma mi è stato anche riferito da alcune persone. Questo è accaduto prima della neve». L’avvocato di Gencarelli, Matteo Cristiano (suo difensore assieme al collega Antonio Quintieri) ha mostrato in particolare un documento relativo a una asta pubblica per alcuni lavori. Il processo è stato aggiornato al prossimo 11 aprile quando sarà ascoltato, collegato in videoconferenza, il pentito Franco Pino, e poi si sentiranno in aula Michele Trematerra, Maiorano e Gatto.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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