COSENZA «Non prendemmo atto della transazione con Mario Campanella perché Gianfranco Scarpelli, che era direttore generale e che l’aveva firmata, disse di non farlo». Lo ha riferito, ai giudici del Tribunale di Cosenza, Giovanni Lauricella responsabile dell’ufficio legale dell’Asp. Lauricella è stato ascoltato come testimone nel corso del processo a carico dell’ex commissario dell’Asp, Gianfranco Filippelli, accusato di abuso d’ufficio. La vicenda riguarda l’assunzione del giornalista Mario Campanella. Le indagini sono partite da un esposto presentato dal giornalista Campanella, difeso dall’avvocato Sergio Campanella, in attesa di stabilizzazione da parte dell’Asp di Cosenza dopo la vittoria in diversi contenziosi. In particolare, secondo l’accusa in una delibera dello scorso 7 ottobre Filippelli revocò la conciliazione giudiziaria firmata davanti al giudice del lavoro di Cosenza tra il giornalista e il direttore facente funzioni dell’Asp, Luigi Palumbo, nella quale si riconosceva a Campanella il diritto alla stabilizzazione in cambio della rinuncia a ogni pretesa economica per decine di migliaia di euro. Campanella ha impugnato l’atto e ha presentato denuncia in Procura.
La conciliazione era stata decisa dopo che il Tribunale di Roma aveva dato ragione all’Inpgi, in un contenzioso contro l’Asp, condannando l’azienda al pagamento di circa 30mila euro di contributi poiché le prestazioni di Campanella erano state riconosciute come subordinate. Una conciliazione che Filippelli avrebbe confermato con un altro documento emesso il 24 giugno, come si evince dalla delibera che ha poi revocato. Per il giudice la transazione non poteva essere revocata in autotutela con la delibera incriminata.
Il collegio (presieduto da Enrico Di Dedda, a latere le colleghe Formoso e Granata) ha ascoltato i primi due testi della Procura. Dopo Lauricella è stato sentito Giuseppe Brogno, anch’egli dirigente dell’ufficio legale dell’Azienda sanitaria provinciale.
Lauricella, che firmò l’atto conciliatorio come direttore dell’Ufficio legale, rispondendo alle domande del pm Giuseppe Visconti, ha precisato che egli stesso aveva chiesto a Scarpelli di prendere atto dell’accordo e che il dg (poi rimosso il 24 novembre 2014 dal generale Pezzi per la vicenda degli incarichi legali esterni) non avrebbe dato alcuna motivazione al diniego.
Brogno, incalzato dalle domande del pm Visconti e dal legale del giornalista, Sergio Campanella, ha smentito di avere espresso «dubbi sulla conciliazione. Fu Filippelli che, dopo averne ribadito la validità, con una lettera firmata il 24 giugno, mi chiese un consiglio su come cambiare impostazione e gli dissi di rivolgersi a un legale esterno». L’avvocato Nicola Rendace, difensore di Filippelli, ha chiesto a Lauricella di precisare alcuni passaggi relativi alla transazione.
L’avvocato Sergio Campanella ha ricordato come l’atto transattivo che prevedeva il diritto alla stabilizzazione del giornalista fosse stato riconosciuto come privo di illegittimità dalla Procura e dal gip Alfredo Cosenza. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 6 giugno.
mi. mo.
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