Viviamo oggi una della più complesse e delicate fasi della vita politica nazionale e regionale; vi è in tutto il tessuto sociale una sfiducia progressiva verso le istituzioni che deriva da anni di gestioni folli che hanno fatto perdere di credibilità anche a chi con questa impostazione era ed è anni luce distante. Possiamo e dobbiamo cambiare le cose partendo però dalla consapevolezza che su alcuni settori ancora oggi vi è grande, enorme ed imbarazzante speculazione politica.
La sanità è il primo male nella nostra regione, la sanità è stata ed è ancora a tutti i livelli una ferita aperta che nessuno sta pensando di rimarginare. È la storia di tutti i gironi, di chi nel settore sanitario lavora quotidianamente e di chi, usufruisce – o dovrebbe usufruire – delle prestazioni medico – sanitarie. È la storia di chi ha un tumore e dalla Calabria se ne deve andare, è la storia di chi va al pronto soccorso e rimane in attesa come se per rivendicare il proprio diritto alla vita bisogna comunque attendere il proprio turno, che sembra non arrivare mai. Fin quando la direzione della Sanità, a tutti i livelli, risponderà solo a logiche politiche, rimarrà nel totale abbandono ed a farci le spese saranno gli utenti di un servizio che rischia di essere alla mercé di perverse logiche di spartizione del potere.
Carenza di personale, l’assenza di punti ristoro o di incontro, ed attese interminabili sono la quotidianità di un dramma permanente che va risolto con scelte radicali ed in controtendenza rispetto a quello che fino ad ora è stato fatto. La “governance” dell’apparato sanitario ha il dovere intervenire, e di cambiare passo, perché le responsabilità politiche della gestione della sanità non possono essere attribuite esclusivamente alla fase commissariale. Non è un tema del centrodestra o del centrosinistra, bensì è un tema dei cittadini e di un servizio, che al netto di chi governa, va mantenuto con un livello di professionalità e competenza idoneo alle esigenze dell’intera collettività. E ad oggi, così non è. Le risorse destinate alla Sanità in Calabria sono state sempre molto ingenti, forse non sufficienti ma certamente male utilizzate se ancora in tutta le regione vi è una condizione di disagio progressivo.
Lanciamo un appello a tutte le istituzioni nazionali e regionali – abbiamo il dovere di farlo proprio perché facciamo parte della stessa comunità politica – per una presa di coscienza collettiva nella consapevolezza che così non si può più andare avanti.
*Consiglieri comunali Pd Reggio Calabria
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