Turismo, i successi della giunta "Scopellerio"
CATANZARO La Regione Calabria ha un assessore ombra al Turismo, che si iscrive a pieno titolo nel nuovo ibrido della politica calabrese: la giunta Scopellerio (o Olivitti, a seconda della crasi prefe…

CATANZARO La Regione Calabria ha un assessore ombra al Turismo, che si iscrive a pieno titolo nel nuovo ibrido della politica calabrese: la giunta Scopellerio (o Olivitti, a seconda della crasi preferita). È Raffaele Rio, il direttore generale che ha guidato il dipartimento per tre anni nell’era Scopelliti. L’affermazione non suoni paradossale: l’inciucio involontario è nei fatti e lo ha svelato lo stesso Mario Oliverio. Il governatore si lamenta spesso (e nei primi mesi della sua esperienza al timone della Regione ci poteva anche stare, oggi – a metà mandato – un po’ meno…) della «pesante eredità del passato». Poi però pubblica sulla “sua” pagina Facebook istituzionale – quella nella quale rivendica i risultati della propria giunta (più che altro li rivendica tutti per sé) – uno spot sul bando che assegna 18 milioni per l’offerta turistica. “Mario Oliverio per la Calabria” (questo il nome della pagina) spiega: «Puntiamo sull’innovazione delle strutture e del prodotto, per aumentare l’attrattività del territorio anche sotto il profilo della qualità e della competitività dei servizi offerti, per andare incontro ad un mercato che chiede sempre più innovazione e standard qualitativi elevati. È fondamentale aumentare il flusso turistico nella nostra regione favorendo la crescita di un comparto capace di generare sviluppo e occupazione». Come contraddirlo? Seguono utilissime istruzioni: il link al quale trovare il bando, l’avviso pubblico e il Piano regionale del turismo, documento senza il quale sarebbe tutto impossibile. Non esisterebbero né la dotazione finanziaria, né la possibilità di finanziare i progetti degli operatori calabresi. E, va da sé, non ci sarebbe neppure lo spottone politico. Sorpresa: quel documento fa parte proprio della «pesante eredità del passato». È il Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile 2011-2013, testo elaborato dal dipartimento sulla scorta delle modifiche approvate dalla Seconda Commissione l’11 ottobre 2011 e poi passato in consiglio regionale. Un testo, firmato, appunto da Raffaele Rio, oggi direttore dell’istituto Demoskopika e all’epoca manager dell’area. La pesante eredità, questa volta, secondo le valutazioni politiche variabili (o meglio selettive) del governatore, diventa un prezioso contributo, senza il quale sarebbe difficile proporre un bando che si colora di parole come «attrattività» e «innovazione».
D’altra parte lo aveva ricordato lo stesso Rio in una recente intervista ad Hashtag, approfondimento settimanale a cura del direttore del Corriere della Calabria che va in onda su Rtc: «Era necessario elaborare un Piano triennale sul turismo, cosa che è stata fatta. Ed è stato l’unico programma mai varato in Calabria». Tutto vero e confermato indirettamente dal presidente Oliverio. E anche dagli atti ai quali si fa riferimento nel bando. Sono i presupposti normativi che schiudono le porte dei finanziamenti europei. Dato che un nuovo Piano triennale non c’è, perché il dipartimento guidato da Oliverio (il governatore ha trattenuto la delega al Turismo, assieme a molte altre) negli ultimi due anni e mezzo non ha trovato il tempo di elaborarlo e approvarlo, si va avanti a colpi di Piani stralcio esecutivi, un escamotage burocratico per evitare che i fondi messi a disposizione da Bruxelles vadano perduti. Di volta in volta, la giunta regionale – senza passare attraverso il consiglio – approva programmi esecutivi annuali. Tutti basati sull’unico documento ufficiale: il Piano varato dalla giunta Scopelliti e poi sigillato dal voto del consiglio regionale. In un solo colpo lo sfacelo 2010-2014, vera nemesi del presidente, diventa una risorsa importantissima. Meno male che Scopellerio (o Olivitti) c’è.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it