BISIGNANO La passione per la politica è un “vizio” di famiglia. Almeno nella famiglia Bisignano. L’attuale sindaco del centro cosentino, Umile Bisignano, era stato sospeso dalle sue funzioni per una condanna – comminata in appello nell’ottobre del 2016 – a 2 anni e 8 mesi per concussione e violenza privata. Scontati i mesi della sospensione (previsti dalla legge “Severino”), lo scorso marzo è tornato in carica alla guida di Bisignano. E ora – in vista delle prossime elezioni comunali dell’11 giugno – ci riprova. Ma stavolta candidando a primo cittadino la figlia Stefania Bisignano – visto che aveva avuto già due mandati alla guida della città -, e se stesso come consigliere comunale.
Nella vicenda comunale che lo ha visto coinvolto, secondo l’accusa, il primo cittadino, approfittando del suo ruolo, avrebbe condizionato la gestione della casa di riposo “Vincenzo Giglio”. In particolare, avrebbe minacciato Ivan De Bonis – all’epoca dei fatti amministratore delegato della struttura -, intimandogli che se non avesse assunto o licenziato le persone da lui indicate, il Comune non avrebbe pagato i debiti che aveva nei confronti della casa di riposo. Al sindaco è stato contestato pure un episodio di violenza privata nei confronti di un politico locale: lo avrebbe minacciato al fine di non rivelare alla stampa notizie che riguardavano questioni politiche e amministrative.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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