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Consigli (non richiesti) al ministro per rilanciare i trasporti

Il 17 il ministro delle Infrastrutture firmerà l’accordo sul potenziamento del sistema ferroviario della Ionica in Calabria per un costo totale di 500 milioni di euro, sostanzialmente a valere su f…

Pubblicato il: 16/05/2017 – 5:16
Consigli (non richiesti) al ministro per rilanciare i trasporti

Il 17 il ministro delle Infrastrutture firmerà l’accordo sul potenziamento del sistema ferroviario della Ionica in Calabria per un costo totale di 500 milioni di euro, sostanzialmente a valere su fondi “calabresi”.
La presenza del ministro che peraltro porterà una cospicua dote finanziaria dalla Regione a Rfi è una occasione per avere alcune risposte su temi fondamentali e sarebbe un peccato sprecarla.
Sono già passate infatti in silenzio le scelte nazionali che influenzeranno, o meglio penalizzeranno ulteriormente, l’accessibilità interna ed esterna della Regione Calabria.
Infatti con l’ultimo Def, dopo una lunghissima gestazione, sono state approvate le nuove regole che dettano i criteri di riparto del fondo nazionale per il Trasporto pubblico locale ed i nuovi criteri per le scelte di investimento nelle infrastrutture strategiche. Dal 2018 il criterio di riparto delle risorse del Fondo nazionale avverrà attraverso una metodologia premiante per le Regioni che incrementeranno i proventi da traffico ed avranno affidato i servizi di trasporto con procedure di evidenza pubblica. Invece, le scelte di investimento sulle infrastrutture derivano da un processo di pianificazione, progettazione e realizzazione basato sui piani nazionali (Piano generale dei trasporti e della logistica e documento pluriennale di pianificazione).
Le nuove regole per il Tpl non sono quindi neutre ma premiano i territori con maggiori ricavi che diventano così l’obiettivo politico dell’erogazione dei servizi e indirettamente la loro misura di efficacia. La scelta è chiaramente quella di incrementare i servizi nelle aree economicamente più forti a svantaggio delle aree storicamente inaccessibili che nel prossimo quinquennio perderanno una quota rilevante del fondo. Si introduce dunque un criterio solo apparentemente neutro con una legge (sic) che penalizza i territori meno accessibili.
L’effetto, dopo il sostanziale indebolimento della clausola dei “servizi minimi” e l’affievolimento, ai limiti della censura costituzionale, dei Livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale, rischia di essere quello di comprimere il principio di eguaglianza e confrontabilità delle prestazioni e cancellare il valore dell’equità nelle politiche territoriali e dei trasporti.
Non si può, trattando la questione del trasporto, non esprimere tuttavia un sincero plauso al professore Francesco Russo, assessore regionale, per essere riuscito a portare a termine l’adozione del Piano regionale dei trasporti che dopo 4 anni di stallo ha sviluppato e tradotto le linee guida ed il documento strategico sulla mobilità approvato dalla giunta regionale nel 2009.
Allo stesso modo occorre sostenere la sua scelta di puntare sulla ionica cui Trenitalia e Rfi non dedicano nulla da decenni rispetto al sistema tirrenico che deve essere invece inquadrato come un vulnus da colmare per la ulteriore velocizzazione, chiaramente almeno questo a carico del livello nazionale.
Tuttavia sarà interessante conoscere quale accordo è stato definito per destinare le risorse in modo efficace al fine di avere servizi sulla futura rete ionica. In altre parole, se la Regione sostanzialmente si fa carico del potenziamento dell’assetto infrastrutturale della ionica, sostituendosi a Rfi nel finanziamento, e di contro il Parlamento riduce alla Calabria le risorse per i servizi, quale sarà la strategia della Regione per rendere il sistema dei trasporti regionale efficace e sostenibile?
Ancora per la città metropolitana della regione sarebbe interessante sapere se Trenitalia ha intenzione di riconoscere un maggiore livello di servizio e se Rfi intende completare almeno il programma Tamburello del governo Prodi (2008) visto che tale programma è stato interrotto da diversi anni e le fermate di San Leo e Lazzaro sono ancora sulla carta ancorché siano state progettate e pronte per andare a gara. Pochi euro, quasi monete rispetto all’accordo sulla Ionica, ma necessari e con risultati rilevanti per l’intero territorio metropolitano.
Ancora, è vitale capire come e se saranno attivati ed integrati i nuovi servizi di mobilità  (es. servizi di trasporto a chiamata previsti tra l’altro dalla legge regionale 35/2015, la sharing mobility etc.) che sicuramente l’assessore Musmanno avrà previsto nel “Piano attuativo del trasporto pubblico locale”.
Chiaramente si auspica che l’accessibilità delle aree interne sia al centro dell’agenda politica regionale. Considerando che nel piano industriale di Fs è prevista la conquista del mercato del Tpl su gomma urbano, la Regione avrà di sicuro disegnato la strategia complessiva necessaria per guidare il processo e avere l’efficienza che deriva dalla concorrenza. Sicuramente il disegno è già pronto.
Tale strategia complessiva di mobilità deve precedere le scelte di investimento infrastrutturale, accompagnata dagli studi sulla domanda e sulle analisi economiche dei costi che saranno sicuramente già disponibili (come tra l’altro previsto nel recente Def). Ci piacerebbe sapere quanto costa il nuovo modello e quanto aumenta l’accessibilità interna del territorio regionale.
Certo il ministro da parte sua, illustrerà alla Calabria le scelte nazionali sulle infrastrutture necessarie per ridurre la condizione di isolamento della regione migliorando l’accessibilità esterna per smentire la sensazione di abbandono del secondo Sud, da Salerno a Palermo. Ci dirà sicuramente che fine ha fatto l’alta velocità e dove inizia la sequenza degli atti!
Per intanto ci accontentiamo nuovamente di plaudire a Russo per avere dimostrato che è possibile ridurre i tempi di percorrenza ferroviari dalla Calabria alla Capitale ad infrastrutture invariate. Una dura lotta con Trenitalia iniziata anni fa con gli Etr ed ancora non conclusa nonostante sia a costo zero per l’azienda. Siamo grati al professore Russo anche per avere fatto emergere la necessità di un studio di fattibilità che affronti una volta per tutte le soluzioni alternative per fare arrivare l’alta velocità in Calabria. Certamente ancora oggi sembra più un interesse solo calabrese e siciliano e non del ministero. Infatti, nonostante nel Patto per la Calabria siano stanziati 6 milioni di euro per finanziare lo studio, l’intervento non risulta indicato nel Def. L’incontro in Calabria sarà l’occasione per confrontare le scelte regionali con quelle nazionali e chiarire le reali intenzioni.
D’altronde Delrio non potrà limitarsi ad un semplice: bravi, grazie!

*Ex assessore regionale ai Trasporti

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