CATANZARO Sono in corso in queste ore perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici di alcuni tra i principali indagati dell’inchiesta “Jonny”, attraverso la quale la Dda di Catanzaro ha posto un freno a una lunga serie di illeciti commessi per conto e nell’interesse della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. E proprio a Isola la polizia giudiziaria, nel corso delle perquisizioni, ha trovato ingenti quantità di denaro contante nel corso degli accertamenti. Un nuovo tassello che si aggiunge alla lunga messe di materiale probatorio che l’accusa ha raccolto nel corposo fermo che lo scorso lunedì ha portato in carcere 68 persone considerate legate al clan dominante a Isola.
Ha fatto particolarmente clamore, nelle maglie dell’inchiesta, la gestione del centro di accoglienza migranti Sant’Anna all’interno del quale la consorteria sarebbe riuscita a mettere le mani sugli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone, in particolare i servizi di ristorazione. Tra i subappalti conferiti dalla Misericordia di Isola Capo Rizzuto c’è il servizio mensa. Un affare dai contorni nefasti. Secondo quanto ricostruito agli investigatori, Leonardo Sacco, governatore della Misericordi di Isola, Antonio Poerio e Ferdinando Poerio avevano dolosamente e fittiziamente costruito la società Quadrifoglio snc (poi Quadrifoglio srl) di cui mantenevano il controllo occulto. Sacco e i due Poerio avevano contabilizzato alla Confederazione nazionale delle Misericordie (la quale a sua volta trasmetteva le note di debito così contabilizzate alla Prefettura di Crotone) «un numero di pasti e servizi alla persona – previsti da capitolato – in numero maggiore rispetto alle prestazioni effettivamente rese» tanto da ottenere una liquidazione maggiore. Nella prima fase dell’inchiesta sono stati sequestrati beni per complessivi 72 milioni di euro, tra i quali un ex convento, un teatro, quote societarie e la società che gestiva la squadra di calcio di Isola Capo Rizzuto, militante nel campionato di Eccellenza.
ale. tru.
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