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L’assurda campagna elettorale di Satriano finisce in Procura

SATRIANO Manca un giorno soltanto al voto di Satriano e il bubbone esplode proprio un attimo prima del silenzio elettorale. “Colpa” (o merito) di Aldo Battaglia, candidato sindaco per la lista “Alb…

Pubblicato il: 09/06/2017 – 19:45
L’assurda campagna elettorale di Satriano finisce in Procura

SATRIANO Manca un giorno soltanto al voto di Satriano e il bubbone esplode proprio un attimo prima del silenzio elettorale. “Colpa” (o merito) di Aldo Battaglia, candidato sindaco per la lista “Alba per Satriano”, che denuncia il sindaco uscente Michele Drosi per omesso controllo e abuso d’ufficio. E anche «per ogni altro reato si ravvisi nei fatti qui esposti». 
Veniamo, dunque, ai fatti con una breve introduzione. A Satriano si va al voto con una sola lista (“Alba per Satriano”, appunto), visto che l’altra – “Satriamo” – è stata ricusata dalla Commissione elettorale circondariale di Catanzaro con una decisione confermata dal Tar e dal Consiglio di Stato. Una vittoria facile in arrivo? Niente affatto. Perché la lista esclusa, che candidava il vicesindaco di Drosi, Alessandro Catalano, «con un evidente quanto banale escamotage linguistico – è quanto scrive Battaglia nel suo esposto-denuncia –, si è trasformata in movimento politico, ovvero nel “Movimento politico #Satriamo”, e il suddetto movimento è stato autorizzato dal sindaco di Satriano, Michele Drosi, a tenere pubblici comizi, nelle date 28 maggio 2017 e 7 giugno 2017». Non basta, perché quai comizi «sono stati pubblicizzati con manifesti propagandistici e sulla pagina facebook ufficiale della Lista “#Satriamo”». Un’alterazione della campagna elettorale, secondo Battaglia. Che si sarebbe manifestata in maniera ancora più chiara al momento di disciplinare i comizi conclusivi. 
Satriano rappresenta una piccola anomalia. Con una sola lista in campo, le richieste di chiudere la campagna elettorale sono addirittura tre. Battaglia lo scopre grazie a una Pec inviata proprio dal sindaco Drosi. Che convoca per il 6 giugno alle 10 “Alba”, “#Satriamo” e il Pd, rappresentato da Francesco Mercurio. L’incontro viene spostato di un giorno; il 7 giugno, il primo cittadino comunica ai “contendenti” che «sono pervenute al protocollo dell’Ente tre domande per giorno 9 in particolare: 1) Alba per Satriano; 2) Movimento politico #Satriamo (responsabile Alessandro Catalano); 3) Partito Democratico (Segretario Francesco Mercurio); proponendo di concordare gli orari oppure di procedere al sorteggio per come previsto dalla circolare prefettizia in merito».
Va da sé che tutte le domande sono per la stessa piazza. Drosi, allora, passa al sorteggio, che finisce così: il Movimento politico #Satriamo avrà a disposizione piazza Monumento dalle 19 alle 20, “Alba per Satriano” dalle 20,30 alle 21,30, il Partito democratico dalle 22 alle 23. 
Già pare curioso che una lista esclusa dalla competizione faccia un comizio di chiusura, figuriamoci che i comizi di chiusura della stessa area (#Satriamo è vicina al Pd) raddoppino. Ma Battaglia non si ferma qui. Ricorda che «per l’ultimo giorno di propaganda elettorale, si procederà a sorteggio, garantendo a tutte le forze politiche l’uso delle piazze principali per i comizi di chiusura attraverso la differenziazione delle fasce orarie. Le richieste dovranno essere presentate entro il quinto giorno antecedente, per procedere al sorteggio nella giornata successiva». Qui sta l’altra anomalia: se, infatti, “Alba” ha presentato la richiesta il 3 giugno 2017, #Satriamo e il Pd lo hanno fatto il 5, dunque a tempo scaduto. Per Battaglia «di conseguenza, le richieste del Movimento #Satriamo e del Pd sono tardive e dovevano essere dichiarate inammissibili, così come il sindaco Drosi ha fatto per altre due richieste». Già, perché nel Comune monolista le richieste di comizi di chiusura erano addirittura cinque,  ma quelle del “Movimento Civico per Satriano” e di “Satrianamente” sono state escluse. 
In questo balletto di sigle civiche e politiche l’unica cosa che emerge chiaramente è la confusione. Resta un fatto: per Aldo Battaglia «soltanto la lista “Alba per Satriano” è legittimata a tenere il comizio nel giorno di chiusura della campagna elettorale».
Invece il sindaco Drosi «non ha tenuto in nessuna considerazione il fatto che “Alba per Satriano” fosse l’unica lista ammessa alle elezioni e, pertanto, non può essere equiparata – quanto al diritto e alle modalità di svolgimento della campagna elettorale – a movimenti o partiti, che non sono presenti in alcuna lista». 
Battaglia svela l’arcano – per la verità facilmente intuibile – poco più avanti: «Il sindaco, oltre al fatto che è un amministratore in carica, è uno degli ispiratori, fondatori e animatori della lista #Satriamo e del “Movimento politico #Satriamo” e ha sempre preso la parola durante i comizi di tali soggetti politici» e sarebbe «in conflitto di interessi in quanto suo figlio Paolo Drosi è (era) candidato nella lista #Satriamo». Come se non bastasse, «il segretario del Pd, Francesco Mercurio, è stretto parente del sindaco Drosi, essendo suo zio». Drosi è anche uno dei personaggi del Pd più vicini all’area di Mario Oliverio (che ha scritto anche la prefazione di una recente pubblicazione del sindaco). Secondo i suoi avversari si sarebbe comportato più da “padrone” che da sindaco di Satriano. In questa storia ci sono tanti intrecci e tante stranezze. Come capita a volte nei piccoli centri. Per fortuna la campagna elettorale è finita. Però sai che traffico venerdì sera in piazza Monumento. 

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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