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Rapporti con il presunto boss, Bova querela Ciconte

CATANZARO Rischia di trasferirsi nelle aule di tribunale lo scontro interno al Pd di Catanzaro che si inquadra anche nel contesto delle amministrative che coinvolgono il capoluogo di regione. Ed è un…

Pubblicato il: 10/06/2017 – 13:00
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Rapporti con il presunto boss, Bova querela Ciconte

CATANZARO Rischia di trasferirsi nelle aule di tribunale lo scontro interno al Pd di Catanzaro che si inquadra anche nel contesto delle amministrative che coinvolgono il capoluogo di regione.
Ed è un rischio concreto perché questa mattina, il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria – autosospesosi dalla carica dopo la pubblicazione della notizia che riguardava i suoi rapporti con il presunto boss Leonardo Catarisano – Arturo Bova, esponente di primo piano dei democratici calabresi, avrebbe querelato il suo collega e candidato sindaco di Catanzaro, Enzo Ciconte, già vicepresidente della Giunta regionale.
Sullo sfondo c’è la vicenda su cui lo stesso Bova aveva tenuto una conferenza stampa ad inizio settimana e relativa al possesso di quote di una società di cui è proprietario un presunto boss della ‘ndrangheta. L’ex sindaco di Amaroni in quella occasione aveva detto: «Non sono indagato, né mai lo sono stato. E nessun giudice e nessun inquirente ha mai chiesto di sentirmi in relazione a quella vicenda».
Venerdì, però, dalle colonne digitali de ilfattoquotidiano.it, in un’intervista video rilasciata al collega Lucio Musolino nel quale gli veniva chiesto conto del suo coinvolgimento nell’inchiesta “Rimborsopoli”, Enzo Ciconte non solo non ha risposto alla domanda, quanto ha attaccato proprio il giornalista e lo stesso Bova: «I paladini dell’antimafia che lei difende dovrebbero vedere nelle proprie radici e nei propri amici. Il presidente della commissione Antimafia è indagato – sono le parole del candidato del Pd –. Non solo è indagato, ha problemi seri».
Ecco quindi il motivo della querela che Bova avrebbe sporto nonostante il tentativo di intercessione dei maggiorenti del Pd calabresi, con il presidente della Commissione che ha quindi inteso tirare dritto, fortemente intenzionato a tutelare non solo la sua immagine ma anche quella dell’istituzione che rappresenta.

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