ROMA «Quello che è accaduto lo abbiamo subìto, in maniera molto pesante. Non avevamo sentore di questa situazione così grave». Lo ha detto il presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Roberto Trucchi, in audizione alla commissione parlamentare Antimafia sul Cara di Isola Capo Rizzuto, in privincia di Crotone, su cui la Dda di Catanzaro ha aperto un’inchiesta che ha portato al fermo di Leonardo Sacco, ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto ed ex vicepresidente della Misericordie nazionali, per legami con il clan Arena. «Leonardo Sacco è nella Confederazione dal ’99, quando sono entrato io ce l’ho trovato, e da sempre ha avuto la gestione del Centro», ha spiegato Trucchi, definendolo persona dal temperamento «arrogante»: «Con lui ho sempre avuto poca affinità di rapporti, tanto che nel 2015 non è stato più vicepresidente per mia volontà. Ma in tutti questi anni non abbiamo mai avuto segnalazioni né dalla prefettura né da altro organo dello Stato». «Nonostante il temperamento di Sacco e nonostante si sappia che il territorio lì è quello che è, ogni volta che sono andato a Isola ho trovato tutte le istituzioni, da quelle regionali a quelle militari». Trucchi ha confermato che le Misericordie nazionali hanno partecipato alle gare, assieme all’associata locale, per la gestione dei centri per i migranti da «inizio anni 2000». Ora la Confederazione intende tutelarsi per fa sì che non ci siano altri casi del genere: «Le Misericordie dovranno sottoscrivere un nuovo patto associativo in cui autorizzano la Confederazione ai controlli. Chi non lo sottoscriverà sarà fuori dal movimento». «Credo che ci sia la necessità dopo questa vicenda di vedere cosa nel sistema non ha funzionato», ha detto, a conclusione dell’audizione, la presidente della Commissione Rosy Bindi.
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