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«Gli sbarchi dei migranti gestiti su Whatsapp» – VIDEO

COSENZA Gli sbarchi dei migranti gestiti attraverso WhatsApp. L’operazione, coordinata dalla Procura di Castrovillari, ha evidenziato l’uso di nuove tecniche usate nell’immigrazione clandestina ma …

Pubblicato il: 24/07/2017 – 12:13
«Gli sbarchi dei migranti gestiti su Whatsapp» – VIDEO

COSENZA Gli sbarchi dei migranti gestiti attraverso WhatsApp. L’operazione, coordinata dalla Procura di Castrovillari, ha evidenziato l’uso di nuove tecniche usate nell’immigrazione clandestina ma che è stato possibile scoprire anche grazie alla collaborazione dei migranti. La task force investigativa messa su appositamente per gli sbarchi – formata dal personale della squadra mobile di Cosenza, militari della sezione operativa navale della Guardia di finanza di Corigliano, supportata dalla Capitaneria di porto – ha portato all’esecuzione di tre fermi disposti dal sostituto procuratore di Castrovillari Antonio Iannotta con il coordinamento del procuratore capo Eugenio Facciolla. I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Bubakar Fofana del Mali; Ishmail Brima e Abdul Kamara entrambi della Sierra Leone. I tre sono ritenuti responsabili di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in riferimento allo sbarco di 918 migranti avvenuto al porto di Corigliano tra il 15 e il 16 luglio scorsi.

LE NUOVE TECNICHE In particolare è emerso che Fofana faceva parte di una struttura di persone che avvalendosi di mezzi di trasporto navale e terrestre, con ripartizione di compiti e ruoli, operavano per procurare l’accesso illegale di stranieri nel territorio italiano. Fofana avrebbe assunto il ruolo di promotore dell’associazione a delinquere operante in Libia con il compito di contattare persone che provenivano specialmente dall’Africa centrale e che volevano entrare in Italia illegalmente. Il tutto attraverso un compenso di circa 1500 euro. Brima e Kamara assumendo il ruolo di scafisti avrebbero condotto dalle coste libiche in Italia un gommone di colore bianco, privo di bandiera abbandonato alla deriva. I due avrebbero condotto in Italia numerosi stranieri tra i quali nigeriani, senegalesi, maliani, gambiani e camerunensi. 

LA COLLABORAZIONE DEI MIGRANTI Le indagini si sono avvalsi della collaborazione di alcuni migranti che hanno consentito di accertare come Fofana fosse colui che in località Sabrata (in Libia) faceva parte dell’organizzazione criminale che gestiva il traffico di esseri umani verso le coste italiane. In particolare avrebbe organizzato i viaggi dei migranti dal Centro Africa fino in Libia per poi ammassarli all’interno di un edificio nella sua disponibilità. Poi si è imbarcato lui stesso lo scorso 11 luglio. Gli altri due sono invece ritenuti gli scafisti che hanno materialmente condotto il gommone con i migranti poi soccorso nel Canale di Sicilia. I tre sono stati trovati in possesso di cellulari, denaro contante e supporti informatici che sono stati sequestrati. 

LA CONFERENZA STAMPA I dettagli dell’operazione sono stati illustrati dal procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla: «È un’organizzazione ramificata a livello nazionale che si estende sul nostro territorio. I trasferimenti avvengono attraverso WhatsApp. C’è un punto di incontro nelle acque internazionali: quindi non più lo sbarco che parte solo da un porto ma da più punti. Altro aspetto importante è che i soggetti che stiamo arrestando sono quelli che partecipano alle operazioni di reclutamento dei migranti ma poi si imbarcano pure loro per arrivare al punto di incontro. Tutti gli effetti personali vengono fatti sparire, come i cellulari. Però a volte abbiamo trovato al porto di Corigliano persone che hanno cellulari, documenti e mantengono contatti. C’è stata la collaborazione di alcuni migranti e questo è un aspetto fondamentale perché altrimenti avremmo con le mani legate. I migranti iniziano a fidarsi e decidono di parlare forse perché non tollerano più le condizioni disumane. Stiamo arrestando persone che un attimo prima reclutano i migranti per farli salire sui barconi e poi si imbarcano loro stessi: ci sono ancora molte cose da chiarire. Per imbarcarsi i migranti pagano circa 1500 euro. Rimane da osservare bene questo punto di raccordo dove tutti si incontrano attraverso i gps”». Sul caso dei minori non accompagnati Facciolla ha aggiunto: «Rimane sempre una emergenza e una situazione drammatica perché si allontanano e non riusciamo a individuarli».
Il capo della squadra mobile di Cosenza Fabio Catalano ha evidenziato «lo straordinario lavoro della task force che è riuscita a conquistare la fiducia dei migranti. Questa operazione ha riguardato lo sbarco del 15 e 16 luglio al porto di Corigliano dove sono arrivati migranti a bordo di una nave tedesca. Non sono stati individuati solo dei semplici scafisti. Ismail Brima era uno dei conducenti della imbarcazione e abbiamo accertato che lui, assieme agli altri, era consapevole del suo ruolo. L’attività è stata di carattere investigativo e repressiva. Sono stati individuati gravi elementi di responsabilità a carico di Bubakar Fofani che dal Mali organizzava tutto. Stiamo lavorando per identificare altre persone».
Per il questore Giancarlo Conticchio si tratta «dell’ennesima conferma che gli sbarchi avvengono con il reclutamento di altre persone. La capacità di coordinamento della Procura di Castrovillari ci ha permesso di ottenere questi risultati grazie alla task force. Un grazie ai colleghi e al mondo del volontariato perché la loro presenza è fondamentale per dare assistenza a persone che arrivano in condizioni disumane. È importante avere la collaborazione dei migranti perché ci danno contezza delle condizioni in cui si trovano anche perché stiamo parlando di tratta di esseri umani».
Fondamentale il contributo della Guardia di finanza che si è soffermata sulle difficoltà delle operazioni di identificazione dei migranti. Centrale il ruolo della Capitaneria di porto di Corigliano che ha sottolineato come «da aprile ad oggi sono sbarcate ben cinque navi».  

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it